Vittimista: come riconoscerlo e cosa fare per tenerlo alla larga

Chi hai accanto ama fare la vittima? Tutti i segnali per capirlo

 

A tutti, nella vita, capita di attraversare momenti difficili. Chiedere l’aiuto e il supporto delle persone a cui vogliamo bene è indispensabile per riuscire a superarli e a rimetterci in sesto. C’è una bella differenza, però, tra chi sta vivendo una situazione di particolare disagio e chi si lamenta in continuazione di quanto la propria vita sia ingiusta e miserabile. In questo caso, infatti, ci troviamo di fronte a una persona vittimista.

Generalmente, chi appartiene a questa categoria tende a mettere in pratica una serie di atteggiamenti ben precisi: scopriamo quali sono e da cosa sono provocati. La prima caratteristica inconfondibile del vittimista? A dirlo è la parola stessa: il suo ruolo, in ogni situazione e circostanza, è sempre quello della vittima. Per questo, è costantemente alla ricerca di un colpevole che sia la causa di tutte le sue sofferenze. Al fine di consolidare la sua personale narrazione dei fatti, quindi, è possibile che il vittimista tenda a manipolare gli eventi, distorcendo la realtà dei fatti.

Come comportarsi con un vittimista?

L’attività preferita dal vittimista? Lamentarsi e autocommiserarsi per ricevere la compassione altrui. Non si tratta di momenti di sfogo o fasi della propria vita: le persone di questo genere non fanno altro, tutto il giorno. Un altro segnale rivelatore riguarda l’invidia nei confronti degli altri. Poiché il vittimista ritiene che la sua vita sia ingiustamente difficile e piena di insidie, coloro che lo circondano vengono ritenuti avvantaggiati e non realmente meritevoli dei loro successi. Per questo, il vittimista tenderà a sminuirli, affidandoli alla fortuna anziché alla bravura.

Come comportarsi con persone che tendono ad adottare questo atteggiamento intriso di pessimismo estremo e autocommiserazione? Non dovremmo mai assecondarle, perché rischieremmo di validare la loro percezione, innescando un circolo vizioso che difficilmente si interromperà.

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In generale, l’ideale sarebbe ascoltare noi stessi e il modo in cui ci sentiamo. Se il vittimista tende a delegittimare i nostri traguardi e le nostre emozioni, non dovremmo mostrarci accondiscendenti per un sentimento di empatia o di pietà nei suoi confronti. Ciò che serve a questo genere di persone è la responsabilizzazione, affinché abbandonino il senso di impotenza per prendere in mano la propria vita e assumersi la responsabilità delle loro scelte.

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