“Mi chiamo Gian. E studio a Bologna. Mi sono trasferito qui da Firenze, non perché lì non ci fossero buone università, ma perché qui a Bologna non ci sono i miei genitori, che pur essendo brave persone hanno grossi limiti nel capirmi. Qui vicino Bologna inoltre abitano anche i miei nonni, quindi il trasferito è parso ragionevole anche ai miei per fortuna, che per una volta non mi hanno ostacolato. Io adoro i miei nonni, sto benissimo con loro e anche se hanno una certa età ci sono sempre se ho bisogno. Quindi diciamo che la presenza dei miei a Bologna non è strettamente necessaria, né sento troppo la loro mancanza. Mi rendo conto che qualcuno potrebbe pensare che non gli voglio bene, ma non è assolutamente così. È che mi devo concentrare, e mia madre trova sempre il modo di farmi perdere una mezza giornata, pure se a distanza: è capace di tenermi al telefono a chiedermi “Ma allora cos’hai?” e io non ho niente, devo solo tornare a studiare. Per il momento siamo rimasti che vado io a trovarli nelle vacanze, perché le loro visite mi fanno sempre perdere tempo in termini di studio e lavoro. Questa volta però erano troppo convinti di venire, ma soprattutto erano convinti di avermi fatto una bellissima sorpresa… e ovviamente, ne è scaturita una lunghissima discussione al telefono.”
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Il nostro fan, Gian, racconta la sua esperienza di studente a Bologna. Si è trasferito da Firenze non perché mancassero buone università lì, ma per una ragione più personale: voleva prendere le distanze dai suoi genitori. Pur riconoscendo che sono brave persone, Gian ritiene che abbiano delle difficoltà nel comprenderlo appieno. La scelta di trasferirsi a Bologna è sembrata ragionevole anche ai suoi genitori, poiché vicino a Bologna abitano i suoi nonni, che sono una presenza importante nella sua vita. Gian ha un ottimo rapporto con i nonni; nonostante la loro età, sono sempre disponibili quando ha bisogno di loro.
Non sentendo particolarmente la mancanza dei suoi genitori, Gian è felice della sua decisione di vivere a Bologna. È consapevole che qualcuno potrebbe interpretare il suo comportamento come una mancanza di affetto verso di loro, ma assicura che non è così. Ha solo bisogno di concentrarsi sugli studi e, quando è in contatto con sua madre, spesso finisce per perdere tempo. Racconta che la madre ha la tendenza a trattenerlo a lungo al telefono con domande come “Ma allora cos’hai?”, anche quando non c’è nulla di particolare e lui ha semplicemente bisogno di tornare a studiare.
Attualmente, Gian e i suoi genitori hanno concordato che sarà lui a visitarli durante le vacanze, poiché le loro visite a Bologna comportano per lui una distrazione significativa dallo studio e dal lavoro. Tuttavia, questa volta i suoi genitori erano particolarmente determinati a fargli visita, convinti di fargli una gradita sorpresa. Questo ha portato a una lunga discussione telefonica, che si è trasformata in un confronto acceso.
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