Le persone che vi circondano vi fanno sentire dei pelandroni buoni a nulla solo perché amate trascorrere del tempo a giocare ai videogiochi? Da ora in poi, vi basterà sbattere loro in faccia gli esiti dello studio condotto da un team di scienziati del dipartimento di pediatria comportamentale dell’Università del Michigan. Gli esperti, infatti, sostengono che i videogames non siano affatto dannosi, ma al contrario, esercitino degli effetti positivi sulla salute umana, bambini compresi.
Per dimostrare la loro tesi di ricerca, gli studiosi hanno esaminato dei dati raccolti nell’Adolescent Brain Cognitive Development (ABCD) Study, uno dei database sullo sviluppo del cervello durante l’età infantile e adolescenziale più vasto al mondo. I ricercatori hanno condotto un esperimento a cui hanno preso parte 2.000 bambini tra i 9 e i 10 anni, dividendoli in due gruppi: nel primo sono stati inseriti tutti coloro che trascorrevano almeno tre ore al giorno a giocare ai videogames; nel secondo, invece, chi non aveva mai usato i videogiochi.
Stando ai risultati del test, i bambini afferenti al primo gruppo presentano un livello di benessere mentale superiore rispetto a quelli che non hanno mai giocato ai videogiochi. Lo studio si inserisce all’interno di un dibattito più ampio, che divide la comunità scientifica. Da un lato, infatti, c’è chi sostiene che mettersi alla consolle soddisfi i bisogni psicologici di base di competenza, autonomia e connessione sociale.
Tra gli altri benefici dei videogames, inoltre, ci sarebbero l’aumento del senso di resilienza personale e l’incremento della soglia di tollerabilità alla frustrazione. Non tutti, però, sono concordi nell’attribuire questi effetti positivi ai videogiochi. Infatti, tra le più comuni critiche che vengono mosse alle ricerche che sottolineano i benefici dei videogames c’è quella che gli esperimenti non dimostrano un nesso causale tra l’uso dei videogiochi e le migliori prestazioni cerebrali.
Leggi anche: L’offerta di lavoro dei sogni: 23.000 euro per recitare in un videogame
Insomma, secondo gli scienziati non è detto che i partecipanti abbiano riportato punteggi più alti in termini di benessere mentale e capacità cognitive perché giocano ai videogames. Può darsi, infatti, che a determinare questi risultati siano stati altri fattori, che chi ha condotto l’esperimento non è stato in grado di individuare. E voi, cosa ne pensate?
Share