Va in terapia, ma litiga con la professionista e abbandona la seduta: “Voleva convincermi a diventare madre”

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Va in terapia, ma litiga con la professionista e abbandona la seduta: “Voleva convincermi a diventare madre”

| 12/06/2024
Fonte: Pexels

Una sessione di terapia diventa un campo di battaglia per una scelta personale

  • Una donna ha abbandonato una sessione di terapia perché la terapeuta cercava di convincerla a cambiare la sua decisione di non avere figli
  • La terapeuta ha ignorato le resistenze della paziente e ha cercato di imporre il proprio punto di vista
  • La decisione di non avere figli è in crescita ma ancora poco accettata socialmente
  • I terapeuti devono rispettare le scelte di vita dei pazienti e non imporre le proprie opinioni
  • È importante trovare un terapeuta che supporti le decisioni individuali senza giudizi per garantire un ambiente terapeutico sicuro e non giudicante

 

Una donna ha abbandonato una sessione di terapia dopo che la terapeuta ha tentato di convincerla a cambiare la sua decisione di non avere figli. La donna, desiderosa di mantenere l’anonimato, ha spiegato che il colloquio è iniziato con domande generali sulla sua vita e sulle sue aspettative per il futuro. Tuttavia, quando la terapeuta ha chiesto dei suoi piani riguardo ai figli, la paziente ha risposto sinceramente che non intendeva averne. Questa risposta ha scatenato una serie di commenti da parte della terapeuta, che ha cercato di persuadere la donna che la sua scelta non era definitiva e che avrebbe potuto pentirsene in futuro.

La situazione è rapidamente degenerata, con la terapeuta che insisteva sul fatto che la paziente avrebbe cambiato idea con il tempo e che il suo matrimonio avrebbe sofferto senza figli. La paziente ha provato a spiegare che sia lei che suo marito erano felici della loro decisione, ma la terapeuta ha continuato a mettere in discussione la validità delle loro scelte. Sentendosi giudicata e non ascoltata, la donna ha deciso di lasciare la sessione con mezz’ora di anticipo.

Il tentativo di imporre un modello di vita

Questa esperienza ha lasciato la donna profondamente irritata e delusa, e ha messo in luce un problema più ampio nella società. Nonostante il numero crescente di persone che scelgono di non avere figli, questa decisione è ancora spesso stigmatizzata e non compresa appieno. La donna ha dichiarato di non menzionare il suo stato di “childfree” a meno che non venga esplicitamente chiesto, e quando affronta resistenze, spesso usa una citazione dal film “Il Grande Lebowski” per ribadire la sua posizione: “È solo la tua opinione, amico”.

Secondo Arya Prasad, psicologa consulente e praticante di terapia basata sull’arte, il ruolo del terapeuta non dovrebbe essere quello di influenzare le scelte di vita dei pazienti a meno che non ci siano questioni di sicurezza in gioco. In casi estremi, come minacce alla sicurezza del paziente o di altri, un terapeuta può infrangere la riservatezza per informare le autorità competenti. Tuttavia, imporre opinioni personali su questioni di vita privata, come la decisione di avere o meno figli, è considerato non etico.

Prasad sottolinea che i terapeuti devono rispettare le scelte dei pazienti e non cercare di modificarle per farle coincidere con le proprie convinzioni personali. Un buon terapeuta dovrebbe porre domande neutrali per aiutare il paziente a esplorare i propri sentimenti e il proprio contesto, piuttosto che imporre un’agenda personale. In questo caso, la terapeuta ha violato questa etica professionale, causando danni alla fiducia della paziente nei confronti della terapia.

Vita senza figli: un fenomeno in crescita ma ancora osteggiato

Scegliere di non avere figli è una decisione che sta diventando sempre più comune. Secondo studi recenti, circa il 15% delle persone tra i 18 e i 24 anni non desidera avere figli, mentre il 22% è incerto. Tuttavia, nonostante questa crescente accettazione, la società spesso fatica a comprendere e accettare pienamente questa scelta. Ciò è evidente nei commenti che molte persone senza figli ricevono da amici, familiari e persino da professionisti della salute mentale, che tendono a vedere la decisione come temporanea o errata.

La donna ha raccontato che le sue esperienze precedenti con amici e familiari l’avevano preparata a qualche resistenza, ma non si aspettava un atteggiamento simile da parte di una professionista della salute mentale. Questa esperienza l’ha portata a essere più cauta nella scelta di futuri terapeuti, cercando qualcuno che rispettasse e comprendesse le sue decisioni senza giudicarle.

La situazione mette in evidenza l’importanza di un’educazione e una formazione adeguate per i professionisti della salute mentale su come affrontare le scelte di vita dei pazienti. Essere “childfree” è una decisione legittima e personale, e i terapeuti dovrebbero essere in grado di supportare i loro pazienti senza pregiudizi o tentativi di coercizione.

Il ruolo del terapeuta: rispettare le scelte dei pazienti

I professionisti della salute mentale hanno il compito di creare un ambiente sicuro e non giudicante in cui i pazienti possano esplorare liberamente i propri sentimenti e decisioni. Quando un terapeuta impone le proprie convinzioni personali su un paziente, viene meno a questo compito fondamentale. La paziente ha dichiarato che avrebbe continuato a cercare un terapeuta che accettasse e rispettasse le sue scelte, e spera che condividere la sua storia possa aiutare altri nella stessa situazione a sentirsi meno soli e più compresi.

In definitiva, questa esperienza mette in luce la necessità di una maggiore consapevolezza e comprensione delle scelte di vita senza figli sia tra i professionisti della salute mentale che nella società in generale. È essenziale che i terapeuti rispettino le decisioni dei loro pazienti e li supportino nel loro percorso personale, senza imporre le proprie convinzioni.

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