“Un tizio su tiktok canta di farsi una minorenne. Ho scritto a mio figlio che lo segue e sono rimasta shockata da quello che mi ha detto. Mio figlio è ancora minorenne e vive per adesso col padre. Sono divorziata da qualche anno e l’anno scorso mio figlio è andato a vivere col padre così da essere più vicino a scuola e al centro. Sono in primis una persona, poi una donna, poi una madre. Per me è intollerabile questa violenza sulle donne. Sono preoccupatissima e come madre di un ragazzo mi sento responsabile. Perché? Perché non si può pensare che i nostri figli siano perfetti e che quelli (i violentatori) siano dei mostri. Gli altri siamo noi, diceva una canzone dei miei tempi. Non sono gli altri i cattivi. I cattivi li possiamo avere pure dentro casa e spetta a noi genitori dire cosa è bene e cosa è male ai nostri figli. Insegnargli col dialogo, film, libri e aneddoti cosa va fatto e cosa no. Non possiamo lasciare che vengano educati dai social dove tutto è spettacolo, dove anche un crimine diventa uno spettacolo. La logica è purché colpisca l’utente assopito dal suo annoiato scrolling. No! Io non voglio questo. Mio figlio può benissimo diventare una persona molesta e quello che mi ha detto mi ha shockata!”
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Una madre, profondamente preoccupata, ha deciso di condividere una situazione che la sta angustiando. Su TikTok, ha notato un tizio che canta di compiere atti sessuali con una minorenne. Ha scritto a suo figlio, che segue questo tizio, e ciò che il figlio le ha risposto l’ha lasciata sconvolta.
Suo figlio, ancora minorenne, vive con il padre da quando i genitori si sono divorziati qualche anno fa. La decisione è stata presa per facilitargli l’accesso alla scuola e al centro città. Lei si identifica come persona, donna e madre, e trova intollerabile la violenza sulle donne, sentendosi profondamente responsabile per l’educazione del figlio.
La madre è convinta che non si possa pensare che i nostri figli siano perfetti e che solo gli altri possano essere colpevoli di azioni spregevoli. Ricorda le parole di una canzone dei suoi tempi: “Gli altri siamo noi”. Sottolinea che i cattivi possono essere tra di noi, anche dentro le nostre case, e che spetta ai genitori insegnare ai figli cosa è bene e cosa è male.
Crede fermamente nell’importanza del dialogo, dei film, dei libri e degli aneddoti per educare i figli. Non vuole lasciare che i social media, dove tutto è spettacolo e anche un crimine può diventare intrattenimento, siano i principali educatori dei ragazzi. La logica dei social è catturare l’attenzione dell’utente annoiato, ma lei rifiuta questa visione.
Questa madre è preoccupata che suo figlio possa diventare una persona molesta, e ciò che lui le ha detto l’ha profondamente scioccata. Chiede aiuto e comprensione da parte degli altri genitori e cerca consigli su come affrontare questa difficile situazione, sperando di poter educare suo figlio in modo che cresca rispettoso e consapevole delle sue azioni.
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