Secondo quanto riportato sul New York Post, un uomo ha scoperto il modo più doloroso per prendersi una “pausa” dai rapporti intimi. L’uomo, del Regno Unito, ha fatto la storia della medicina dopo aver accidentalmente sperimentato una frattura verticale del membro.
“Presentiamo il primo caso documentato di una frattura verticale del membro sostenuta da un uomo di 40 anni durante un rapporto intimo”, si legge nell’innovativo caso di studio pubblicato sul British Medical Journal. Nel report si legge che la virilità del paziente rimasto anonimo “ha sbattuto contro il perineo della sua partner”, ovvero la zona tra l’ano e i genitali. Questo incidente può essere dovuto a ciò che si può solo supporre come una spinta maldestra.
Dopo questa azione errata, l’uomo ha sperimentato la frattura del membro. Questo si verifica quando si rompe la “guaina gommosa del tessuto sotto la pelle che permette all’organo di aumentare in larghezza e lunghezza per produrre una solida erezione”. Poiché la lesione avviene generalmente quando il membro è in erezione, “la sensazione è spesso quella di un osso rotto (per così dire) nella parte lesa”, hanno spiegato gli esperti.
Secondo lo studio, “fino all’88,5% delle fratture del membro si verificano durante il rapporto intimo. Uno studio retrospettivo di 20 anni ha concluso che ‘doggy style’ e ‘missionario’ sono le due principali posizioni che mettono in pericolo l’organo maschile”.
Tuttavia, il caso di questo nuovo paziente è stato particolarmente insolito perché ha sperimentato solo un gonfiore minore senza il rumore “schioccante” e altri sintomi normalmente associati alle fratture falliche orizzontali. La sua erezione è anche svanita gradualmente. Infatti, la successiva risonanza magnetica ha mostrato che il membro dell’uomo aveva una frattura verticale di 3 centimetri lungo il lato destro dell’asta.
“Nonostante la natura non convenzionale della frattura, i chirurghi sono stati costretti ad intervenire sulla virilità straziata del paziente entro 24 ore. Questo per prevenire complicazioni come la disfunzione erettile permanente”, hanno riferito i ricercatori. Fortunatamente, l’intervento chirurgico è andato a buon fine senza intoppi. L’uomo si è ripreso completamente ed è stato in grado di avere un rapporto – si spera con una mira migliore – solo sei mesi dopo la sua fatidica avventura.
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In più, è stato in grado di ottenere “erezioni della stessa qualità di quelle precedenti alla lesione. Non è stata rilevata alcuna curvatura del membro o cicatrici significative e palpabili”. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche prima che gli scienziati possano determinare con certezza se le fratture verticali del membro sono in grado di “alterare la presentazione o i risultati a lungo termine dopo un intervento chirurgico”.
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