Un mega tsunami ha fatto vibrare la Terra per nove giorni

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Un mega tsunami ha fatto vibrare la Terra per nove giorni

| 07/10/2024
Fonte: Pixabay

Il crollo di una cima montuosa in un fiordo della Groenlandia ha generato un’onda di 110 metri

  • Nel settembre 2023 i sismometri di tutto il mondo hanno registrato misteriose vibrazioni che si sono ripetute per nove giorni
  • Il fenomeno era sconosciuto e un team internazionale di 68 scienziati ha avviato uno studio
  • Le vibrazioni erano state causate da un picco di montagna alto 1,2 km crollato nel remoto fiordo di Dickson, in Groenlandia
  • I 25 milioni di metri cubi di roccia e ghiaccio caduti in acqua hanno causato un’onda alta 110 metri che si è estesa per 10 km attraverso il fiordo
  • Le oscillazioni dell’acqua avanti e indietro sono proseguite per i successivi 9 giorni causando le vibrazioni sulla crosta terrestre

 

Il crollo di una cima montuosa in Groenlandia ha provocato un tale spostamento d’acqua nel fiordo sottostante da provocare vibrazioni che hanno interessato la crosta terrestre per nove giorni. Il fenomeno, inizialmente inspiegabile, è stato causato da un assottigliamento del ghiacciaio ai piedi della montagna.

Le misteriose vibrazioni

Nel settembre 2023 i sismometri di tutto il mondo hanno rilevato misteriose vibrazioni, dall’Artico all’Antartide, diverse dai soliti segnali causati dai terremoti. Contenevano infatti solo una singola frequenza di vibrazione, come un ronzio monotono. «Quando ho visto per la prima volta il segnale sismico, sono rimasto completamente sconcertato» ha affermato Stephen Hicks, scienzziato dell’University College di Londra (UCL) che ha effettuato uno studio in merito.

«È la prima volta che lo sciabordio dell’acqua viene registrato sotto forma di vibrazioni attraverso la crosta terrestre, propagandosi in tutto il mondo per diversi giorni. Sebbene sappiamo che i sismometri possano registrare una varietà di vibrazioni che si verificano sulla superficie terrestre, mai prima d’ora era stata registrata un’onda sismica così duratura, che si propagasse a livello globale e che contenesse una sola frequenza di oscillazione» ha aggiunto.

Lo studio

Lo strano fenomeno è stato oggetto di studio. Un team di 68 ricercatori provenienti da 40 istituzioni in 15 paesi si è messo all’opera per risolvere il mistero. Il team internazionale ha scoperto che i segnali sismici erano dovuti agli eventi successivi a una massiccia frana provocata dal cambiamento climatico. Un picco di montagna alto 1,2 km è crollato nel remoto fiordo di Dickson in Groenlandia a settembre 2023. Si stima che 25 milioni di metri cubi di roccia e ghiaccio siano precipitati nel fiordo. Intrappolata nella stretta insenatura, l’acqua è schizzata indietro di 200 metri in aria, generando un’onda alta 110 metri che si è estesa per 10 km attraverso il fiordo, riducendosi poi a 7 m in pochi minuti.

Il team ha utilizzato modelli computerizzati, immagini satellitari e misurazioni sul campo per ricreare la frana e cosa è successo dopo. Il loro modello prevedeva che l’acqua avrebbe continuato a scorrere avanti e indietro nel fiordo tortuoso ogni 90 secondi per circa nove giorni, causando uno degli tsunami più grandi della storia recente.

Il modello ha confrontato le registrazioni delle vibrazioni che si propagavano lungo la crosta terrestre, creando un “ronzio” che si estendeva a tutto il pianeta. Sebbene l’evento iniziale non sia stato osservato da occhi umani, la ricostruzione mostra come questa enorme frana e il successivo mega-tsunami abbiano causato il segnale sismico globale.

I cambiamenti climatici

«La frana, scrivono i ricercatori, è stata causata dal diradamento del ghiacciaio ai piedi della montagna, che non è riuscito a sostenere la parete rocciosa soprastante. Ciò è stato in ultima analisi dovuto al cambiamento climatico».

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«Come scienziato esperto di frane, un ulteriore aspetto interessante di questo studio è che si tratta della prima frana e del primo tsunami mai osservati nella Groenlandia orientale. Questo dimostra come il cambiamento climatico abbia già avuto un impatto importante lì», ha affermato Kristian Svennevig, autore principale dello studio e ricercatore del Geological Survey of Denmark and Greenland.

 

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