Tsundoku, l’arte di comprare libri e impilarli senza mai leggerli

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Tsundoku, l’arte di comprare libri e impilarli senza mai leggerli

| 30/01/2025
Fonte: Pexels

Si punta ad aumentare la propria cultura e curiosità

  • Lo Tsundoku è l’abitudine giapponese di acquistare libri e lasciarli accumulare senza leggerli, spesso per arricchire la propria cultura
  • La parola deriva dai termini giapponesi “tsunde” (accumulare), “oku” (lasciare) e “doku” (leggere), e rappresenta un desiderio di conoscenza sospeso nel tempo
  • Questo comportamento nasce nel periodo Meiji e riflette la tensione tra il desiderio di imparare e la mancanza di tempo per farlo
  • Lo Tsundoku è visto come un atto di aspirazione intellettuale, dove ogni libro rappresenta una futura opportunità di apprendimento
  • Possedere una libreria con libri non letti è una forma di consapevolezza della propria ignoranza e stimola la curiosità e la creatività

 

Lo Tsundoku, un termine giapponese che si traduce grossomodo in “accumulare libri senza leggerli”, è una pratica che in molti riconoscono, ma che pochi riflettono a fondo. Non si tratta solo di una semplice abitudine di accumulare libri sugli scaffali, ma di un fenomeno che abbraccia la cultura e la psicologia dell’individuo moderno. Nata nell’era Meiji (1868-1912), la parola è un mix di tre elementi giapponesi: “tsunde” (accumulare), “oku” (lasciare da parte) e “doku” (leggere), e cattura l’idea di una lettura che rimane sospesa nel tempo, rimandata a un futuro indefinito.

Nel contesto attuale, lo Tsundoku è spesso il risultato del desiderio di possedere conoscenza, di arricchire la propria cultura e stimolare la curiosità intellettuale. Ogni libro acquistato è un promemoria del vasto mondo di idee che resta da esplorare. Spinti dalla voglia di crescere, di apprendere qualcosa di nuovo o di soddisfare una curiosità momentanea, le persone acquistano libri che finiscono però per restare sugli scaffali, lontani dal loro scopo originale: la lettura.

Non è una procrastinazione

Anche se molti potrebbero vedere lo Tsundoku come una sorta di procrastinazione, in realtà esso nasconde una forma di aspirazione intellettuale. Ogni libro accumulato rappresenta una possibilità di conoscenza futura, che non è mai persa, ma in attesa di essere scoperta al momento giusto. La psicologia dietro questo comportamento rivela che l’atto stesso di acquistare libri genera una sensazione di soddisfazione, come se la propria intelligenza fosse già arricchita, anche senza aver letto effettivamente il contenuto dei libri.

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Possedere una libreria piena di volumi non letti non è segno di pigrizia o fallimento, ma di consapevolezza: si è consapevoli delle proprie limitazioni e del desiderio di superarle. La libreria diventa quindi non solo un deposito fisico di libri, ma anche uno stimolo emotivo e mentale. Anche se i libri restano chiusi per anni, la loro presenza porta con sé la promessa di un viaggio intellettuale ancora da intraprendere, e in questo risiede il vero valore dello Tsundoku.

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