Ogni pizza è arrivata a costare 966 euro
- Un uomo di Busto Arsizio si è accorto di essere stato truffato dalla sua pizzeria di fiducia, spendendo 6.500 euro in tre mesi per pizze, con una singola pizza arrivata a costare 966 euro
- La moglie, preoccupata per il superamento del loro plafond mensile di 5.000 euro, ha controllato i movimenti bancari e ha scoperto le spese anomale
- Il ristoratore simulava problemi al terminale Pos, costringendo il cliente a inserire il pin più volte. Durante questi tentativi, effettuava prelievi di centinaia di euro a ogni transazione fallita.
- La moglie ha denunciato il caso, portando a un’indagine da parte dei carabinieri e del pm Susanna Molteni, che hanno ricostruito il sistema di truffa
- Il titolare della pizzeria è ora sotto processo con l’accusa di truffa aggravata da abuso di prestazione d’opera
A Busto Arsizio, un uomo abitualmente frequentava la sua pizzeria di fiducia ogni venerdì sera. Negli ultimi mesi, però, si è trovato a pagare cifre astronomiche per le sue pizze, senza rendersene conto. Questo fino a quando sua moglie, preoccupata per il superamento del loro plafond mensile di 5.000 euro, ha deciso di controllare attentamente la lista dei movimenti bancari. La scoperta è stata scioccante: in pochi mesi avevano speso circa 6.500 euro in quella pizzeria, con una singola pizza arrivata a costare 966 euro.
L’uomo non aveva mai sospettato nulla, fidandosi ciecamente del ristoratore con cui aveva instaurato un rapporto di fiducia consolidato nel tempo. Tuttavia la moglie ha subito denunciato il caso alle autorità, portando alla luce una presunta truffa orchestrata dal titolare del locale. I carabinieri, sotto la guida del pm Susanna Molteni, hanno ricostruito il meccanismo della truffa, che si basava su un inganno piuttosto semplice ma efficace. Negli ultimi tempi il ristoratore lamentava continui problemi alla linea telefonica che impedivano il corretto funzionamento del terminale Pos. Ogni tentativo di pagamento non andava a buon fine al primo colpo, e il cliente si ritrovava costretto a inserire il pin ripetutamente, poiché anche il contactless sembrava non funzionare.
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Ora il ristoratore è a processo con l’accusa di truffa aggravata
Secondo l’accusa, il ristoratore avrebbe finto questi malfunzionamenti, effettuando in realtà pesanti prelievi da centinaia di euro a ogni tentativo fallito di pagamento. Questo stratagemma permetteva al titolare di sottrarre ingenti somme di denaro senza destare sospetti nel cliente, che pagava senza controllare il conto. Il ristoratore è ora a processo con l’accusa di truffa aggravata da abuso di prestazione d’opera. La scoperta ha suscitato grande clamore, evidenziando l’importanza di monitorare sempre le proprie spese e di non fidarsi ciecamente, anche di chi conosciamo da tempo.
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- https://www.ilgiorno.it/varese/cronaca/truffa-pos-pizza-margherita-966euro-njkuoh1g
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