Le donne di ogni epoca hanno sempre curato l’estetica ricorrendo a cosmetici o tecniche di ogni tipo, con risultati spesso scadenti o addirittura dannosi per la salute.
Gli antichi egizi tenevano particolarmente alla propria igiene personale, poiché la pulizia del corpo era collegata alla purezza dello spirito. Si tenevano in forma usando creme, unguenti e profumi e si truccavano usando pigmenti minerali: il verde ricavato dalla malachite, il nero dalla polvere di galena, da cui si otteneva anche il bistro, una specie di kajal. Queste due sostanze, entrambe tossiche, venivano diluite con acqua, resine e grassi e applicate sugli occhi con bastoncini di legno. Non era raro a quei tempi morire per avvelenamento transcutaneo da cosmetici.
Nell’antica Roma sia gli uomini che le donne si depilavano con un composto simile all’attuale ceretta. Le creme depilatorie erano a base di pece, resina, sostanze caustiche e olio che eliminavano la peluria e rendevano la pelle liscia.
Avere i denti neri per la carie nel XVI secolo era considerato una manifestazione di benessere e ricchezza. Con le importazioni di zucchero dalle Americhe il prodotto si diffuse in Europa ma essendo molto costoso poteva essere acquistato solo dalle persone più ricche. Si dice che per la sua golosità, la regina Elisabetta I Tudor avesse denti così cariati che molti erano completamente neri. Le dame di corte usavano delle tinture per annerire i loro denti come segno di ricchezza tale da poter mangiare molti dolci e zucchero.
Nel XVIII secolo avere un aspetto pallido era il massimo canone di bellezza e le donne per ottenerlo usavano la cipria bianca. I trucchi più popolari erano fatti con il piombo, che assicurava una copertura ottimale della pelle e delle sue imperfezioni. Veniva usato non solo per il viso ma anche per le spalle e il petto ma, essendo tossico, causava nel tempo gravi problemi di salute nelle persone che lo utilizzavano.
Nel 1938 l’azienda di prodotti di bellezza Max Factor inventò il micrometro, un marchingegno di acciaio che si metteva sulla testa delle donne. Il dispositivo aveva un misuratore millimetrico che indicava le proporzioni del viso, come altezza del naso e della fronte, distanza tra gli occhi, ecc. Quando lo strumento rilevava un’imperfezione si applicava trucco correttivo per attenuare la caratteristica. Nel progetto di Factor il micrometro si sarebbe dovuto usare nei negozi di bellezza per fare un trucco personalizzato, ma non ebbe diffusione. Nello stesso periodo mise sul mercato anche la maschera di ghiaccio, che aveva cubetti di plastica per il ghiaccio da applicare sul viso e tonificare la pelle.
Negli anni ’30 a New York chi aveva le fossette sulle guance era guardato con ammirazione. Nel 1936 Isabella Gilbert inventò un dispositivo che applicato al viso, avrebbe creato le fossette. Si trattava di una molla sagomata che premeva sulle guance e che, per fare effetto, doveva essere portata tutta la notte. Ma lo strumento non produceva fossette né ingrandiva quelle già esistenti. Era inoltre un vero e proprio strumento di tortura e fu ben presto messo nel dimenticatoio.
In passato sono stati inventati numerosi accessori per la bellezza delle donne. Gli occhiali da sole proteggi naso erano degli occhiali a cui era attaccata anche una protezione per il naso che evitava rossori e scottature. Se aiutavano a proteggere il viso dal sole, erano però esteticamente discutibili.
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La cuffia integrale per la doccia, invece, consisteva in una particolare cuffia trasparente che proteggeva non solo la testa ma anche il viso e si indossava per lavarsi senza rovinare il trucco. Una maschera simile con lo stesso scopo era stata commercializzata per le donne sotto la pioggia.
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