Tradotti gli inquietanti presagi incisi su una tavoletta babilonese

Gli scribi circa 4000 anni fa interpretavano il futuro seguendo il moto della volta celeste

 

Quattro antiche tavolette d’argilla conservate da oltre un secolo al British Museum sono rimaste sconosciute nel testo fino a quando recentemente due archeologi, Andrew George e Junko Taniguchi, sono riusciti a decodificarne il significato. Circa 4000 anni fa gli scribi annotarono sulle tavolette d’argilla oscure premonizioni.

Tradotti 61 presagi

In un articolo pubblicato sul Journal of Cuneiform Studies, George e Taniguchi hanno descritto in dettaglio la traduzione di 61 presagi scritti sulle quattro tavolette di argilla. Tra questi il monito: “Quando la Luna scivolerà completamente nell’ombra della Terra, un re morirà”.

Sulla base di prove archeologiche, le tavolette furono probabilmente incise nell’antica città di Sippar, in quello che oggi è l’Iraq, tra il 1800 e il 1900 a.C., più di un millennio prima che i Babilonesi costruissero i loro famosi giardini pensili, una delle sette meraviglie del mondo antico. I reperti arrivarono al British Museum tra il 1892 e il 1914, ma questa è la prima volta che il testo cuneiforme viene tradotta integralmente.

Gli astronomi babilonesi erano notoriamente affascinati dalla volta celeste e seguivano il moto notturno di astri e pianeti. Erano infatti convinti che il cielo notturno fosse controllato dagli dei e, in base ai movimenti, si potessero interpretare gli avvenimenti.

L’osservazione del cielo notturno

«Predire il futuro attraverso le stelle aveva un’importanza anche politica» spiegano i ricercatori. «Nei periodi successivi ci sono ampie prove che dimostrano che l’osservazione astrologica faceva parte di un elaborato metodo per proteggere il re e regolamentare il suo comportamento in conformità con i desideri degli dei».

I consiglieri dei re babilonesi erano coloro che avevano il compito di osservare il cielo notturno e di scrivere le previsioni che avrebbero influenzato il governo del re. Se i presagi erano negativi allora si ricorreva al sacrificio di un animale per scongiurare la minaccia. Se il pericolo persisteva, erano necessari dei rituali per scacciare gli spiriti maligni. I testi tradotti sono allo stesso tempo estremamente affascinanti e altamente misteriosi. Una profezia parla di un grande disastro ambientale: “In primavera sorgerà uno sciame di locuste e colpirà i raccolti della mia terra. Ci sarà una scarsità di inondazioni“.

I presagi

In un altri passaggio è scritto: “Ci saranno pioggia e inondazioni e Adad devasterà le aie. Ci sarà un attacco da parte di un esercito elamita, un esercito gutiano, sulla terra. Distruggerà una terra che si ribella. La terra perirà“. Ci sono anche riferimenti a tumulti popolari. Un presagio avverte di una futura rivolta in cui “un nemico demolirà città e mura cittadine, le mura della mia città, le mura della nostra città”. Altre righe del testo invece rivelano: “Il fratello di un re si impadronirà del trono in rivolta”.

Non mancano poi gli avvertimenti più specifici: “Un cane impazzirà e nessuno di coloro che morderà, maschio o femmina che sia, sopravviverà“. È anche probabile che molte di queste profezie fossero basate su tradizioni orali tramandate, come quella che fa riferimento alla “devastazione costante da parte del dio della tempesta“.

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Second i ricercatori «coloro che consigliavano il re vegliavano sul cielo notturno e confrontavano le loro osservazioni con il corpus accademico di testi di presagi celesti».

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