Ti senti sempre stanco? Forse soffri di ipersonnia e non lo sai

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Ti senti sempre stanco? Forse soffri di ipersonnia e non lo sai

| 28/04/2025
Fonte: Pexels

La sonnolenza diurna eccessiva non è sempre colpa della pigrizia: l’ipersonnia può celare cause mediche o psicologiche

  • L’ipersonnia è un disturbo caratterizzato da sonnolenza diurna persistente, anche dopo un sonno notturno sufficiente
  • Esistono forme idiopatiche (senza causa nota) e secondarie (collegate ad altre condizioni mediche o psicologiche)
  • Il disturbo può compromettere gravemente le attività quotidiane e le relazioni sociali
  • La diagnosi deve essere effettuata da uno specialista, attraverso esami specifici
  • Il trattamento include farmaci, terapie comportamentali e modifiche dello stile di vita, a seconda della causa

 

 

L’ipersonnia è un disturbo del sonno che può compromettere seriamente la qualità della vita, causando un bisogno irresistibile di dormire durante il giorno, anche dopo aver riposato per un numero di ore considerato sufficiente. A differenza della normale stanchezza, questo disturbo si manifesta con una sonnolenza costante e debilitante, che interferisce con le attività quotidiane, le relazioni personali e l’efficienza lavorativa.

Chi ne soffre spesso si trova a combattere contro la propria biologia, con momenti di torpore che possono presentarsi più volte nell’arco della giornata, rendendo difficile mantenere la concentrazione, ricordare informazioni o anche semplicemente restare vigili. E no, non è “solo stanchezza” né tantomeno una scusa per non fare nulla: l’ipersonnia è un problema clinico serio, che necessita di attenzione medica.

Tipi di ipersonnia: idiopatica o secondaria, ogni forma ha le sue caratteristiche e richiede un approccio mirato

Esistono diversi tipi di ipersonnia, ciascuno con le proprie caratteristiche specifiche. Tra le principali forme si annoverano:

  • Ipersonnia idiopatica: si tratta di una condizione cronica in cui l’individuo sperimenta un’eccessiva sonnolenza diurna senza una causa medica o psicologica identificabile. Le persone affette da questa forma possono dormire più di dieci ore per notte e necessitare ulteriori sonnellini durante il giorno, ma senza mai sentirsi realmente riposate. In alcuni casi, il tempo di sonno notturno può essere nella norma (tra sei e dieci ore), ma comunque insufficiente a garantire uno stato di veglia soddisfacente.
  • Ipersonnia secondaria: si sviluppa come sintomo di condizioni mediche o psicologiche preesistenti, come ad esempio depressione, apnea notturna, sclerosi multipla o l’insonnia stessa. Anche alcuni farmaci o l’abuso di sostanze possono contribuire a questo stato di costante stanchezza.

La diagnosi differenziale è fondamentale, poiché identificare l’esatta origine dell’ipersonnia consente di impostare un piano terapeutico efficace e personalizzato. In molti casi, la difficoltà sta proprio nel riconoscere il disturbo, poiché spesso viene confuso con la semplice pigrizia o con una fase passeggera di affaticamento.

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Diagnosi e trattamento dell’ipersonnia: quando rivolgersi al medico e quali strategie adottare

Ignorare l’ipersonnia può peggiorare notevolmente il quadro clinico e psicologico di chi ne soffre. Proprio per questo motivo, è importante consultare un medico – possibilmente uno specialista in medicina del sonno – nel momento in cui la sonnolenza diurna diventa persistente e interferisce con la routine quotidiana.

Il percorso diagnostico prevede, in genere, una valutazione approfondita che include la storia clinica del paziente, eventuali esami del sangue, polisonnografie e diari del sonno. In base alla causa individuata, le opzioni terapeutiche possono variare sensibilmente:

  • Farmaci: in alcuni casi vengono prescritti stimolanti del sistema nervoso centrale o farmaci specifici per trattare la condizione di base (come antidepressivi, se l’ipersonnia è legata alla depressione).
  • Terapie comportamentali: la cosiddetta igiene del sonno, ovvero l’adozione di abitudini regolari e salutari legate al riposo notturno, può aiutare a gestire meglio i sintomi.
  • Modifiche dello stile di vita: alimentazione equilibrata, esercizio fisico moderato e riduzione dello stress sono elementi fondamentali nella gestione del disturbo.

Parlare apertamente dell’ipersonnia è anche un modo per abbattere lo stigma che circonda i disturbi del sonno. Spesso chi ne è colpito si sente giudicato, non compreso, e tende a nascondere il problema per paura di essere etichettato come pigro o svogliato. In realtà, affrontare il problema con consapevolezza e supporto adeguato è il primo passo verso un miglioramento tangibile della qualità della vita.

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