Fonte: Pexels
Negli ultimi tempi una teoria complottista piuttosto bizzarra ha preso piede sui social media. Molti utenti sostengono che la fitta nebbia che ha recentemente coperto diverse zone degli Stati Uniti non sia un fenomeno naturale, ma un’arma chimica creata dall’uomo per diffondere sostanze nocive nell’aria. Il fenomeno, ribattezzato “Fogvid-24”, è stato associato a una serie di sintomi sospetti, tra cui raffreddore improvviso, affaticamento e irritazioni respiratorie.
A dare forza alla teoria sono stati diversi video virali, nei quali le persone illuminano la nebbia con torce elettriche, notando la presenza di particelle “insolitamente grandi”. Alcuni hanno anche suggerito una correlazione con un aumento delle scie chimiche e con presunti avvistamenti di droni nei cieli americani, alimentando ulteriormente il sospetto che il fenomeno non sia di origine naturale.
Le testimonianze di chi ha vissuto l’evento in prima persona hanno contribuito alla diffusione dell’ipotesi complottista. Un residente della Florida ha raccontato di aver avvertito febbre, crampi allo stomaco e una forte irritazione agli occhi dopo essere stato esposto alla nebbia. Altri utenti sui social hanno parlato di un odore simile allo zolfo nell’aria e di una sensazione di bruciore al naso, attribuendo il tutto a un presunto esperimento governativo volto a diffondere agenti chimici o biologici.
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Gli scienziati, tuttavia, offrono spiegazioni razionali per ognuno di questi fenomeni. La nebbia non è altro che una nube di gocce d’acqua o minuscoli cristalli di ghiaccio che si forma quando l’aria raggiunge il punto di rugiada. Quando viene illuminata da una luce intensa, è normale che le particelle diventino più visibili. Inoltre, è noto che la nebbia può assorbire inquinanti presenti nell’atmosfera, il che spiegherebbe gli strani odori percepiti da alcune persone. Infine la sensazione di malessere dopo l’esposizione alla nebbia ha una spiegazione fisiologica: l’elevata umidità può irritare la gola e provocare difficoltà respiratorie, soprattutto se si respira con la bocca aperta. Insomma, non ci sono prove scientifiche che la nebbia sia stata manipolata per scopi dannosi, ma solo l’ennesima teoria complottista nata e amplificata dai social media.
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