Shark Flipping, la tecnica dei sub per “ipnotizzare” gli squali con il solletico [+VIDEO]

I temuti predatori del mare, se accarezzati sul muso, entrano in uno stato di paralisi temporanea e rimangono immobili per diversi minuti

 

Gli squali sono tra i più grandi e temuti predatori del mare ma pochi sanno che hanno un punto debole attraverso cui possono essere immobilizzati e ridotti ad uno stato “ipnotico”.

L’immobilità tonica

Il tallone di Achille degli squali si trova in un’area del muso che, se stimolata con lo sfregamento e movimenti simili al solletico, determina nel predatore uno stato catatonico per diversi minuti.

La tecnica dello Shark Flipping è illustrata in molti video dove dei sub massaggiano delicatamente con le mani il muso dello squalo, immobilizzandolo nei movimenti e addirittura facendolo ruotare a pancia in su.

Il fenomeno è dovuto ad una condizione temporanea chiamata “immobilità tonica”. Si tratta di una specie di paralisi che si verifica in alcuni animali, inclusi gli squali, quando vengono messi in una posizione specifica o subiscono determinati stimoli. Nel caso degli squali, questa condizione può essere indotta capovolgendoli sul dorso o stimolando l’area del muso, in particolare le Ampolle di Lorenzini, una rete di pori sensibili agli stimoli elettrici e ai cambiamenti di temperatura, situati intorno al muso dello squalo. Quando i pori vengono toccati o massaggiati, possono causare una reazione che porta lo squalo in uno stato di immobilità per un periodo che può durare dai 30 secondi fino a 15 minuti.

La tecnica usata dai sub per scopi scientifici

La tecnica è utilizzata da biologi marini, ricercatori e subacquei esperti per vari scopi scientifici e conservazionistici. L’immobilità tonica facilita lo studio degli squali, la raccolta di dati biologici e l’applicazione di dispositivi di monitoraggio senza l’uso di sedativi chimici. Inoltre, è uno strumento utile per rimuovere ami da squali feriti o trattare eventuali lesioni.

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Anche alcuni predatori marini hanno imparato a sfruttare questa caratteristica a loro vantaggio. Le orche, ad esempio, sono state osservate mentre capovolgevano gli squali, inducendoli in uno stato di paralisi prima di attaccarli. Questo metodo è stato documentato soprattutto nei confronti degli squali bianchi, che, una volta immobilizzati, diventano facili prede per le orche.

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