“Questa estate avrei tanto voluto fare il volontario in parrocchia per fare delle attività creative con i bambini. Ma Suor Maria dice che non sono adatto. Volete conoscere una storia triste? Ecco la mia. Vi invio gli screen di una conversazione avuta con suor maria, la suora che sta organizzando nella mia parrocchia un tempo d’estate per i bambini del mio quartiere. Il convento infatti è molto grande e può ospitare tanti bambini per fare delle splendide attività. Avevo già in mente un sacco di idee e mi piaceva passare un estate così.. mi sarei sentito utile e avrei imparato credo più cose dai bambini io di quelle che io avrei potuto insegnare a loro. Ma questo non mi è stato concesso. Perché? Perché non sono adeguato. A quanto pare sono un mostro, un appestato, un lebbroso, qualcosa di contagioso e vergognoso e sporco e abominevole. Suor Maria che conosco da molto tempo mi ha fatto sentire un verme in terra.. e mi ha negato la possibilità di fare il volontario. Cosa c’è di sbagliato in me? Non mi ero mai scontrato contro un muro così duro e non pensavo tutto questo sarebbe venuto proprio dalla casa di Gesù =( sono molto triste.”
Scrivete cosa ne pensate nei commenti di Facebook e Buona lettura!
Un nostro fan esprime il proprio disappunto e la tristezza per essere stato ritenuto inadeguato a partecipare come volontario in un’attività estiva organizzata dalla parrocchia locale per i bambini del quartiere. Il progetto, guidato da Suor Maria, prevedeva una serie di attività creative da svolgere all’interno delle strutture ampie del convento. L’uomo aveva già pianificato diverse idee con entusiasmo e vedeva in questa opportunità un modo per sentirsi utile e imparare dai bambini tanto quanto avrebbe potuto insegnare loro.
Tuttavia, la sua aspettativa di contribuire positivamente alla comunità è stata bruscamente interrotta quando Suor Maria gli ha comunicato che non era considerato adatto per svolgere il ruolo di volontario. Le ragioni di tale esclusione non sono dettagliate, ma l’impatto emotivo su di lui è evidente: si sente paragonato a un “mostro” e a un “lebbroso”, percependo queste etichette come indicazioni di una profonda stigmatizzazione e rifiuto.
Il senso di rifiuto e la delusione provati sono accentuati dal fatto che questa esclusione proviene da un ambiente che lui considerava come un luogo di accoglienza e di amore, la “casa di Gesù”, come la definisce. Questa esperienza ha segnato un momento di significativa disillusione per lui, portandolo a riflettere dolorosamente sulla propria identità e sul proprio valore all’interno della comunità.
La storia condivisa ha l’obiettivo di mettere in luce il dolore e l’incomprensione vissuti in seguito alla decisione di Suor Maria, lasciando l’uomo in uno stato di profonda tristezza e interrogativi irrisolti sulle motivazioni di tale giudizio. Il suo desiderio era semplicemente quello di contribuire in maniera positiva alla vita dei bambini durante l’estate, un’intenzione che si scontra con la percezione di essere stato ingiustamente valutato e escluso.
Share