Perché molte statue egizie sono prive di naso?

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Perché molte statue egizie sono prive di naso?

| 13/05/2023
Fonte: Facebook

Si tratta di una casuale coincidenza oppure c’è dietro una specifica motivazione? Gli studiosi hanno avanzato delle ipotesi

  • Molte statue egizie sono prive di naso
  • La particolarità è stata per molti anni argomento di discussione tra gli studiosi
  • Per alcuni la mancanza del naso sarebbe da ricondurre a fenomeni erosivi a cui sono state sottoposte le statue nel corso dei millenni
  • Per altri si tratterebbe di atti di vandalismo perpetrati da popoli conquistatori
  • L’ipotesi più accreditata è che si colpisse volutamente il naso della statua per “disattivare” la forza del personaggio rappresentato

 

Perché molte statue egizie sono prive di naso? La particolarità è stata per molti anni argomento di discussione tra gli studiosi. Si tratta di una semplice e casuale coincidenza oppure c’è dietro una specifica motivazione?

Le ipotesi

Diversi archeologi hanno suggerito che la causa dei nasi mancanti in molte statue egizie potesse essere l’erosione. Le sculture sono state per migliaia di anni soggette agli agenti atmosferici, come ad esempio alla sabbia del deserto sospinta dai forti venti, e questo potrebbe aver eroso il marmo e la pietra con cui erano realizzate. Il fatto che però solo il naso fosse particolarmente danneggiato rispetto ad altre parti del corpo pone dei dubbi sulla fondatezza della teoria.

Un’altra ipotesi avanzata è quella degli atti vandalici subiti nel corso dei secoli per motivi religiosi o bellici e volti a distruggere tesori culturali e storici dei nemici. Gli studi però hanno rivelato che gli sfregi del vandalismo non avevano troppa rilevanza: i nasi delle statue egizie erano presi intenzionalmente di mira per un ben preciso scopo.

La statua come collegamento con l’aldilà

Nella cultura egizia le statue rappresentavano una divinità o un personaggio come se fossero vivi e danneggiarli significava “disattivarne” la forza. Secondo Edward Bleiberg, archeologo ed egittologo americano che ha studiato a fondo la questione, nell’antico Egitto l’arte veniva usata per manifestare la realtà attraverso la rappresentazione. Le immagini avevano la capacità di contenere l’essenza di un essere umano o di una divinità, o di fornire protezione e assistenza nell’aldilà. I nuovi governanti o gli invasori che cercavano di affermarsi, volevano interrompere il potere dei predecessori distruggendone le loro immagini. Il modo migliore per farlo era rompere il naso delle statue per ostacolare una simbolica “respirazione” del personaggio rappresentato.

Disattivare la forza del defunto

C’erano credenze e superstizioni che sostenevano molti predoni di tombe: quando rubavano degli oggetti di valore erano preoccupati che la persona defunta potesse vendicarsi se la sua immagine non fosse stata mutilata. Un modo semplice era quindi di sfigurare il naso affinchè non potesse più respirare. A volte i predoni non si sono fermati al naso, ma hanno anche infierito danneggiando il viso, le braccia e le gambe per disattivare la forza vitale del defunto. Statue e rilievi erano un punto di incontro tra il soprannaturale e il mondo terreno. Un atto di iconoclastia avrebbe interrotto il collegamento con l’aldilà.

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«La parte danneggiata del corpo non è più in grado di svolgere il proprio lavoro» ha spiegato Bleiberg «Senza naso, la statua-spirito cessa di respirare, così che il vandalo la sta effettivamente “uccidendo”. Anche martellare le orecchie di un dio lo renderebbe incapace di ascoltare una preghiera».

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