Sta sveglio per 11 giorni: ecco com’è andata

Tony Wright ha parlato del motivo per cui ha deciso di fare questo record

 

Tony Wright, della Cornovaglia, nel Regno Unito, ha tentato di stabilire un nuovo record mondiale nel 2007. Allora rimase sveglio per 266 ore di fila. Pensava di aver stabilito il record, dato che il suo lungo periodo di insonnia ha battuto le 264 ore di veglia. Questo record era infatti detenuto dall’adolescente Randy Gardner dal lontano 1964. Tuttavia il suo tempo è stato battuto appena un mese dopo con 276 ore di veglia, stabilito da Toimi Soini in Finlandia. Nel 1986, il record è stato nuovamente stabilito da Robert McDonald con le sue 453 ore senza dormire.

Nonostante dunque il suo record si sia rivelato un record per molto poco, rimanere svegli così a lungo non è un’impresa facile. Wright ha raccontato il processo e il motivo per cui lo ha fatto. Ha sostenuto: “Fondamentalmente, stai affamando di sonno la mente razionale, la mente egoista, e la sua batteria si sta scaricando. E naturalmente non si sente molto bene, ci si sente stanchi. Ma se ci si spinge oltre, anche la sua capacità di rimanere in carica inizia a cedere. Ed è qui che si può iniziare a intravedere l’accesso all’altro lato del cervello, l’altro sé”.

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Il racconto di Wright

Ha proseguito: “Ho parlato di questo con molte persone. La maggior parte delle persone ricorda di aver fatto festa o di aver lavorato duramente, e certo si stanca, ma all’interno di questo si intravede qualcos’altro. Questa sorta di morbidezza, o uno stato più rilassato, spesso più emotivo, perché ancora una volta c’è più accesso al lato emotivo del cervello rispetto a quando si è svegli. Anche sentirsi abbastanza bene, in uno stato alterato per brevi periodi, o avere una sorta di rinascita. Sai, essere molto, molto stanchi, non dormire, e poi improvvisamente sentirsi bene per mezz’ora o un’ora. Quindi tutto quello che ho fatto, o che mi interessava, era dare un senso a tutto questo. Ed è possibile sfruttare questo aspetto e combinare le tecniche per vincolare il lato sinistro del cervello, il che inizialmente non è molto piacevole, ma la ricompensa che ne deriva fa sì che ne valga la pena”.

 

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