Nel 1997 la nave cargo Tokyo Express, partita dai Paesi Bassi e diretta a New York, attraversò una tempesta al largo della Cornovaglia. Una grande onda fece inclinare la nave e cadere in mare 62 container. Tra questi anche alcuni che contenevano un carico di mattoncini Lego.
Nelle acque turbolente andarono dispersi milioni di pezzi, tra cui 352.000 paia di pinne, 97.500 bombole da sub, 92.400 spade e 4.200 polpi. A distanza di decenni, mattoncini e accessori tornano ancora a riva e sono avvistati lungo le coste orientali della Gran Bretagna.
Liutauras Cemolonskas, un ragazzo di 13 anni della Cornovaglia, da qualche anno è solito passeggiare sulla spiaggia di Marazion con i genitori per cercare i Lego restituiti dal mare. In due anni ha trovato 789 pezzi e numerosi fossili. Il ritrovamento più importante però è avvenuto con un polpo di plastica, che il ragazzo cercava in quanto molto raro.
Liutauras si è detto felice di aver aggiunto il polpo alla sua collezione, poichè non era affatto scontato. Ora il ragazzo si concentra su un altro obiettivo: trovare uno dei 33.941 draghi andati persi con l’affondamento del container.
Sui milioni di pezzi dispersi in mare la britannica Tracey Williams ha avviato un progetto di recupero che documenta sui social media. La donna ha anche scritto un libro, “Adrift: The Curious Tale of the Lego Lost at Sea” in cui racconta la ricerca dei mattoncini molti dei quali, per una strana ironia della sorte, sono proprio a tema marino.
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I pezzi in mare da 27 anni hanno preso le rotte più disparate in base alle correnti: alcuni sono stati trovati sulle coste atlantiche dell’Irlanda, sull’isola americana di Galveston, in Texas, e anche sulle spiagge australiane.
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