Ci siamo passati tutti, prima o poi. Magari di sabato, giorno perfetto per la spesa. Entri nel supermercato, pensi: “no, non mi serve il carrello, devo solo prendere due cose” e finisci per acquistare una quantità eccessiva di generi alimentari pronti ad essere dimenticati in ghiacciaia per i prossimi sei mesi.
Ma per puntiglio verso te stesso ti presenti alla cassa con in braccio una torre di prodotti degna di Jenga mentre prendi a calci il sacchetto del pane.
Attendi paziente la lunga coda e d’improvviso ascolti le parole dell’Apocalisse: “Si apre in cassa 2”. Ed ecco l’esodo che ricorda la divisione del Mar Rosso di Mosè.
Poi finalmente è il tuo turno, sei pronto per riporre in busta tutti i tuoi acquisti. Ti metti alla fine della cassa, scaldi i muscoli del collo mentre fissi la cassiera con uno sguardo da sfida e la musica western di sottofondo: chi sarà più veloce? Infine ce l’hai fatta. Hai completato la tua spesa. Eppure non sei ancora pronto per esultare, perché sei consapevole della presenza di un ultimo ostacolo. Hai comprato otto buste piene di alimenti. Questo si traduce in almeno due faticosi viaggi presso il tuo domicilio.
Le singole mani non riescono a contenere il peso degli acquisti e tu sei esausto.
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Non vuoi assolutamente sprecare un briciolo di forza in più per portare a termine la “missione”, perciò ti ingegni.
Mentre sei sull’orlo di una crisi di nervi, decidi di non arrenderti e attivare muscoli di cui ignoravi l’esistenza per portare tutte le buste della spesa in casa con un viaggio, un singolo sudatissimo viaggio.
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