Hai mai sentito parlare della sindrome del vagabondo? Si tratta di una condizione anche nota come Wanderlust. La traduzione di questa parola tedesca spiega in modo decisamente esaustivo gli effetti della sindrome: l’irresistibile necessità di viaggiare che consuma alcune persone. Insomma, si tratta di una sensazione di inquietudine che si presenta ciclicamente e risveglia in modo prepotente il bisogno di partire alla scoperta di luoghi sconosciuti.
Badate bene, però: non è necessario andare dall’altra parte del mondo. È sufficiente spostarsi di qualche chilometro da casa e scoprire posti mai visti prima, meravigliandosi di fronti a nuovi angoli del mondo, con i loro sapori, odori e tradizioni. Non c’è senso di soddisfazione o di felicità derivante dalla propria condizione che tenga: chi è affetto dalla sindrome del vagabondo, infatti, a un certo punto sente il bisogno di partire, o almeno di iniziare a programmare un viaggio.
Perché gli esseri umani sentono il bisogno di spostarsi anche in condizioni di benessere? Secondo gli antropologi, la nostra è una specie esploratrice: i nostri antenati ben 70.000 anni fa sono partiti dall’Africa, la culla dell’umanità, diffondendosi in tutto il mondo nell’arco di 50.000 anni.
La faccenda più incredibile di questa migrazione di massa? Lo straordinario processo adattativo degli esseri umani rispetto alle condizioni ambientali e climatiche più disparate. Gli esperti sostengono che alcuni individui avvertano con più impetuosità e urgenza il bisogno di viaggiare rispetto ad altri per ragioni di tipo genetico. Infatti, gli scienziati hanno individuato un gene collegato alla curiosità e all’irrequietezza, presente nel 20% degli esemplari della nostra specie, che potrebbe avere a che fare con la sindrome del vagabondo.
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Un altro fattore che può contribuire all’insorgere di questo peculiare “disturbo” è la capacità di sognare e viaggiare con l’immaginazione che sviluppiamo da piccoli. Gli esperti, però, ci tengono a chiarire una questione: la sindrome del vagabondo non ha nulla di patologico. Anzi, i ricercatori invitano ad assecondare questo desiderio quando possibile, per guadagnare felicità e soddisfazione. Non ci resta che augurarvi buon viaggio!
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