Sima Humboldt, il profondo abisso nel cuore della foresta [+VIDEO]

Nel 1961 sulla cima di una montagna in Venezuela furono scoperte delle gigantesche e profonde voragini

 

Il 25 novembre 1961 il pilota Harry Gibson volò sopra una spettacolare montagna dalla cima piatta (chiamata tepui) e ricoperta di foreste nel Venezuela sud-orientale. Il pilota notò qualcosa di insolito: il manto verde della foresta era perforato da due enormi buchi apparentemente molto profondi. Le cavità avvistate da Gibson erano in realtà delle doline, cioè delle depressioni o buchi nel terreno dovuti al crollo dello strato superficiale.

Le spedizioni esplorative

Il tepui di Sarisariñama dove erano stati avvistati i “buchi”, è ricoperto da una foresta primordiale, con la strada più vicina a centinaia di chilometri di distanza. Andare ad esplorare la zona risultava quindi piuttosto difficile. Camminare per centinaia di chilometri attraverso la giungla impenetrabile, salire per molte centinaia di metri le ripide pareti rocciose, attraversare di nuovo la giungla e scendere a una profondità sconosciuta richiedeva una forte volontà, capacità organizzative e molti fondi.

Solo nel 1974 gli esploratori e avventurieri David Nott e Charles Brewer-Carias organizzarono la prima spedizione nelle doline, coinvolgendo numerosi specialisti che sfruttarono questa opportunità irripetibile per essere i primi in una zona inesplorata. Il gruppo fu trasportato in elicottero in prossimità delle doline. Sette uomini scesero all’interno di una di queste, usando 7 corde da 50 metri ognuna legate insieme. L’esplorazione della dolina si rivelò estremamente pericolosa e gli uomini riuscirono a risalire solo dopo molti sforzi. Entrambe le doline esplorate furono chiamate con i nomi dell’esploratore Alexander von Humboldt e del leggendario speleologo Eduard Martel: Sima Humboldt e Sima Martel.

Sima Humboldt è la più grande, con una profondità è di 314 metri. Sul bordo superiore è larga al massimo 352 metri, mentre più in basso raggiunge i 502 metri.

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Sima Martel è profonda 248 metri e contiene stalattiti di un minerale nero esotico chiamato litioforite. In entrambe le doline, ci sono piccole stalattiti, stuoie e coralloidi di opale. Sul fondo vivono piante e specie animali che, per l’altezza delle pareti, non sono riuscite ad arrivare in superficie, andando quindi a costituire un ecosistema unico e indipendente.

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