Gli “ometti di pietra” hanno una storia che risale ad oltre un secolo fa e nascono per un preciso scopo nelle zone di montagna
- I tumuli di pietra negli ultimi anni sono protagonisti di migliaia di foto sui social
- Vengono chiamati anche “ometti di pietra” e spesso sono creati appositamente per fare foto
- In realtà nascono oltre un secolo fa con lo scopo di segnalare i sentieri di montagna
- Creare tumuli in maniera arbitraria, per gioco, può essere pericoloso perché disorienta gli escursionisti
- Nel 1890 Waldron Bates scrisse un manuale con gli standard per realizzare i tumuli di rocce
Onnipresenti sui social, protagonisti di foto ad effetto scenico: sono i tumuli di pietra che svettano in primo piano con lo sfondo di mari, fiumi o panorami di montagna. Piccole costruzioni spesso create appositamente sul posto per realizzare lo scatto perfetto a tema natura. Comunemente conosciuti anche come “omini di pietra”, i tumuli di rocce, protagonisti negli ultimi anni di migliaia di immagini, hanno una storia antica e una loro ben precisa funzione.
Indicano il sentiero
Nelle zone di montagna gli ometti di pietra sono utilizzati per indicare il sentiero da seguire in un’area dove non ci sono alberi o altri punti di riferimento. Possono essere costruiti dagli escursionisti e segnalano l’andamento del percorso nei punti cruciali, dove c’è il rischio di uscire dal tracciato. Nei sentieri ben segnalati è raro trovare le costruzioni in pietra, poiché la loro funzione sarebbe inutile, mentre sono fondamentali lungo percorsi su ghiaioni o rocce, dove è più difficile orientarsi.
Negli ultimi anni però la loro presenza nell’ambiente è notevolmente aumentata a causa di costruzioni arbitrarie fatte ad uso ludico. La pratica ha contribuito a rendere più confusionari i sentieri con il rischio per gli escursionisti di perdere la strada. Il National Park Service degli Stati Uniti ha diffuso una sorta di vademecum per informare i visitatori e chiedere di non costruire tumuli di pietra durante le escursioni nel parco.
La rimozione delle pietre
«Spostare una pietra da un punto all’altro potrebbe inavvertitamente disturbare la vita di una minuscola creatura che vive sotto di essa. La rimozione delle pietre dal suolo potrebbe favorire l’erosione o distruggere i delicati microhabitat di cui hanno bisogno piante e animali per sopravvivere» avvisa l’ente Parco. La pratica, inoltre, confonde gli escursionisti sui sentieri di montagna rischiando di mandarli fuori strada. Per questo i visitatori devono muoversi facendo riferimento anche a Gps o mappe.
Nel 2021 i parchi nazionali d’America hanno avuto oltre 297 milioni di visite. Se ogni visitatore spostasse anche una sola pietra, il danno ambientale sarebbe enorme.
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I primi ometti di pietra segnaletici cominciarono ad essere costruiti nei parchi americani a fine Ottocento e Waldron Bates, esploratore ed escursionista, realizzò mappe per tracciare i percorsi montani e nelle zone impervie. Nel 1890 scrisse un manuale, ancora oggi in uso, con gli standard per realizzare i tumuli di rocce e per la manutenzione dei sentieri.
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- https://www.iflscience.com/why-you-shouldn-t-stack-rocks-on-hikes-and-what-to-do-if-you-see-them-66992
- https://www.lonelyplanet.com/articles/cairns-rock-stacking-national-parks
- https://digital.tnconservationist.org/publication/?i=710824&article_id=4053615&view=articleBrowser