Siamo sempre più ignoranti: Italia tra gli ultimi posti tra i Paesi industrializzati per comprensione testi e matematica

Un dato particolarmente preoccupante riguarda l’analfabetismo funzionale

 

L’Italia si trova tra gli ultimi Paesi industrializzati per quanto riguarda le competenze di base, un dato che emerge da una recente indagine condotta dall’OCSE su un campione di 160.000 persone in 31 nazioni. Nella classifica generale, l’Italia è posizionata al quartultimo posto, precedendo solo Israele, Lituania, Polonia, Portogallo e Cile. Le performance italiane sono ben al di sotto della media OCSE in settori chiave come la comprensione del testo, le competenze numeriche e la risoluzione di problemi adattivi, con punteggi che non raggiungono i valori medi stabiliti dall’organizzazione.

Un dato particolarmente preoccupante riguarda l’analfabetismo funzionale: circa il 35% degli italiani raggiunge solo i livelli più bassi di comprensione del testo, un tasso superiore alla media OCSE del 27%. Questo fenomeno significa che un’ampia fetta della popolazione fatica a comprendere testi complessi, svolgere calcoli articolati e adattarsi efficacemente a situazioni impreviste. Inoltre la percentuale di italiani che eccellono in queste competenze è notevolmente inferiore alla media internazionale, segno di un sistema educativo che non riesce a supportare adeguatamente la crescita delle capacità cognitive.

Il Sud continua a registrare risultati più bassi

Le disparità regionali sono altrettanto evidenti: mentre il Nord e il Centro Italia si avvicinano alla media OCSE, il Sud del Paese continua a registrare risultati significativamente più bassi. Questo divario, unito a una scarsa preparazione nelle fasce di età più avanzate, contribuisce a mantenere il Paese in una posizione di svantaggio rispetto ad altri stati industrializzati. Inoltre il livello di istruzione ha un impatto determinante sui risultati ottenuti: i laureati italiani superano quelli con titoli inferiori, ma la percentuale di laureati in Italia rimane tra le più basse in Europa, con solo il 20% della popolazione adulta tra i 25 e i 65 anni in possesso di un titolo terziario.

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Questi dati evidenziano la necessità di un investimento mirato in educazione e formazione continua. Colmare il divario tra il Nord e il Sud, ma anche tra i diversi gruppi generazionali, è essenziale per migliorare le competenze e rilanciare la competitività del Paese, non solo a livello nazionale, ma anche internazionale.

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