Si veste da Gesù alla festa di addio al celibato: multa di 200 euro al futuro sposo

Ha messo in scena una vera e propria Via Crucis

 

A Jesolo, durante un addio al celibato, un giovane futuro sposo ha scelto di travestirsi da Gesù e mettere in scena una Via Crucis, portando una croce di legno lungo le strade della città. Questo gesto, però, è stato accolto con disapprovazione dalle autorità locali, che hanno prontamente sanzionato il protagonista con una multa di 200 euro e sequestrato la croce. L’evento, accaduto di sabato sera nei pressi di piazza Marina, ha attirato l’attenzione di numerosi turisti e residenti, ma non è stato visto di buon occhio dagli agenti della Polizia Locale. Secondo quanto riportato dal Gazzettino, situazioni simili di addii al celibato considerati blasfemi sono diventate più frequenti a Jesolo, con reazioni immediate da parte delle forze dell’ordine.

Il gruppo di amici del giovane trevigiano, originario di Zenson di Piave, aveva organizzato l’evento in modo giocoso e goliardico, ma il travestimento da Gesù e la rappresentazione della Via Crucis sono stati giudicati irriverenti e contrari alla pubblica decenza secondo le norme del regolamento di polizia urbana. Un residente ha segnalato l’episodio alle autorità, che sono intervenute tempestivamente per sanzionare il comportamento. L’Articolo 21 del regolamento specifica chiaramente il divieto di compiere atti o tenere comportamenti che offendano il buon costume e i culti religiosi, provocando disgusto e disapprovazione in chi assiste agli eventi.

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L’uso di simboli sacri per queste feste è considerato inaccettabile

In particolare, l’uso di simboli sacri come parte di feste di addio al celibato o altre celebrazioni è considerato inaccettabile, oltre che passibile di sanzioni amministrative. La reazione delle autorità locali riflette un’immediata presa di posizione contro atti che possano essere percepiti come mancanza di rispetto verso le tradizioni religiose e il decoro pubblico. Insomma, l’addio al celibato del giovane trevigiano ha assunto involontariamente una dimensione controversa e ha portato alla luce il dibattito sul confine tra festeggiamenti ludici e rispetto delle norme civiche e religiose. La multa inflitta e il sequestro dell’oggetto simbolico hanno rappresentato una lezione per tutti coloro che organizzano eventi pubblici, invitandoli a considerare attentamente l’appropriatezza delle loro azioni nell’ambiente circostante.

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