Si finge medico per fare l’amore con il marito ricoverato in ospedale

La donna è stata allontanata dal personale sanitario

 

Si sa, la carne è carne e l’astinenza può portare a comportamenti a dir poco bizzarri. È il caso di quanto avvenuto a Padova, dove si è verificato un episodio insolito. Una donna di 40 anni si è infatti spacciata per un medico al fine di avere rapporti intimi con il marito ricoverato in ospedale. La situazione è stata segnalata da un infermiere alla polizia locale dopo che la donna era già stata allontanata dal personale sanitario. Successivamente, la donna ha spiegato di aver indossato un camice bianco per eludere la sorveglianza e fingersi un medico. La signora è stata sorpresa in atteggiamenti intimi inequivocabili con un paziente, che si è poi rivelato essere suo marito

I poliziotti hanno scoperto che la donna era già stata allontanata in precedenza a causa del suo comportamento discutibile, ma era tornata poco dopo al pronto soccorso e era riuscita ad entrare indisturbata rubando un camice medico appartenente a uno specializzando. Poi è stata pizzicata con ben pochi vestiti sopra un lettino in atteggiamenti intimi con il paziente, dichiarando di essere sua moglie. I due si stavano dando da fare nonostante la presenza di numerose altre persone ricoverate.

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Ora la donna rischia una denuncia per ricettazione, esercizio abusivo della professione e sostituzione di persona

La donna avrebbe addirittura rimosso l’agocannula dall’uomo, affermando di lavorare per l’Azienda Ospedaliera. Gli agenti di polizia giunti sul posto hanno fermato la donna, cittadina italiana, che era visibilmente in uno stato di alterazione psicofisica. È stata quindi accompagnata in Questura con l’assistenza di una pattuglia di polizia, dove è stata sottoposta alle procedure di identificazione. Seppur possa sembrare una semplice bravata, la donna rischia di pagare caro i suoi comportamenti. Per lei potrebbe scattare infatti una denuncia per ricettazione, esercizio abusivo della professione e sostituzione di persona.

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