“Sono Mariella e il mio ragazzo mi ha lasciata perché dice che porto sfortuna. Ci credete? Nel 2022?? Vi mando la conversazione in cui mi ha lasciata. In fondo trovate anche alcuni screen di una conversazione con sua sorella. Ve li allego pure perché così vedete la storia per intero. Dire a una persona che porta sfortuna è la cosa peggiore del mondo. Perché si tratta di una cosa che non esiste, di una cosa invisibile e poi alla fine quella persona magari ci crede e si sente male. Non è giusto. Ma il padre degli imbecilli non usa protezioni, no? E quindi esistono anche queste sottospecie di uomo. Io non credo che qualcuno o qualcosa possa portare fortuna o sfortuna. A volte se ci sentiamo più sicuri e con un oggetto magico siamo anche più sciolti, meno tesi e le cose vanno meglio. Altre volte invece se siamo impauriti e pensiamo che qualcosa stia complottando contro di noi allora davvero le cose vanno male. È una cosa che mi è successa da poco, quindi magari qualcuno può dirmi qualcosa di più su questo argomento. Sono sicura che ci saranno studi e contro-studi di psicologia.”
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Mariella condivide la sua esperienza in cui il suo ragazzo l’ha lasciata perché crede che porti sfortuna. La situazione sembra così assurda da far dubitare del fatto che siamo nel 2022. Con un tono ironico, invia la conversazione con il ragazzo e anche alcuni screenshot di una chat con sua sorella, per permettere ai lettori di avere la storia completa.
Mariella critica la sua ex-relazione per averla etichettata come portatrice di sfortuna, una credenza che ritiene completamente infondata e invisibile. Sottolinea l’ingiustizia di attribuire queste etichette dannose a qualcuno, soprattutto quando non hanno alcun fondamento razionale. L’ironia emerge quando suggerisce che solo il “padre degli imbecilli non usa protezioni” riferendosi al fatto che ci sono persone che credono a queste superstizioni senza basi concrete. Mariella esprime la sua convinzione che la fortuna o la sfortuna siano concetti soggettivi e che spesso dipendano dalla nostra percezione e atteggiamento mentale. Cita l’esempio di oggetti magici che possono darci sicurezza e rilassamento, portando a un atteggiamento più positivo, ma riconosce che anche il contrario può accadere se ci sentiamo ansiosi e paranoici.
Infine, Mariella ammette che è una questione che le è stata recentemente presentata e si dimostra aperta a conoscere di più sull’argomento. Mette in dubbio le credenze sulla sfortuna e suggerisce che ci potrebbero essere studi e contro-studi di psicologia riguardanti questo argomento. Conclude sottolineando l’assurdità della situazione e invitando i lettori a trarre le proprie conclusioni sulla questione della sfortuna e della superstizione.
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