Anche i serpenti possono creare legami di “amicizia”, lo dice uno studio

I rettili sono capaci di avere relazioni sociali e di scegliere i propri simili con cui riunirsi in gruppo

 

Nell’opinione comune il serpente è considerato un animale solitario che rimane indifferente ai propri simili, che trascorre la propria vita senza contatti con altri della propria specie se non per accoppiarsi. Se questa teoria è generalmente valida, c’è però un’eccezione: uno studio ha scoperto che i serpenti giarrettiera orientali (Thamnophis sirtalis sirtalis) sono in grado di costruire delle relazioni sociali con i propri simili, una specie di interazione amicale.

I serpenti selezionano i propri simili

Un team di ricercatori della Wilfrid Laurier University, in Canada, ha collocato 40 serpenti giarrettiera in un recinto con quattro rifugi, separati in gruppi di 10. Per essere riconoscibili sono stati contrassegnati con dei segni univoci e osservati nei loro movimenti intorno e dentro ai rifugi.

Le posizioni dei serpenti venivano registrate due volte al giorno, il recinto veniva pulito da eventuali odori e i rettili ricollocati in luoghi diversi. I serpenti sembravano cercare attivamente l’interazione sociale, rannicchiandosi in gruppi da tre a otto e si è anche scoperto che si riunivano abitualmente con gli stessi individui. Un modo di fare gruppo simile a quello dei mammiferi, compresi gli esseri umani.

La timidezza e l’audacia dei rettili

Precedenti studi hanno già dimostrato le interazioni sociali di altri animali che hanno “amici” tra i propri simili, come ad esempio i fenicotteri che mantengono le relazioni con alcuni individui per anni ed evitano il contatto con altri. Finora i serpenti erano stati esclusi da qualsiasi studio per via del preconcetto che sono animali estremamente solitari. Probabilmente però l’apparenza inganna.

«Il pregiudizio è esacerbato dal fatto che in alcune specie di rettili le interazioni sociali sono nascoste e che la comunicazione sociale è spesso condotta tramite segnali chimici invisibili» hanno affermato i ricercatori Noam Miller e Morgan Skinner nell’articolo pubblicato su Behavioral and Sociobiology. Lo studio ha anche testato la personalità dei serpenti valutando la loro “audacia”. Sia individualmente che all’interno di scenari di gruppo, hanno misurato il periodo di tempo in cui i serpenti si sono avventurati fuori dai loro rifugi sicuri. I più audaci esploravano la zona, mentre i più timidi restavano all’interno.

Queste differenze individuali alla fine hanno influenzato il modo in cui interagivano tra loro, anche se anche i serpenti più audaci hanno ceduto in qualche modo alla “mentalità di gruppo” quando erano raggruppati insieme, trascorrendo circa il 94% del tempo nelle loro zone sicure. Lo stare in gruppo potrebbe essere considerato un vantaggio nei rettili, poiché potrebbe aiutarli a difendersi dai predatori e a trattenere calore e umidità.

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Sebbene lo studio sia stato condotto solo in laboratorio, gli autori sospettano che questo comportamento sociale si verifichi in natura così come tra altri rettili.

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