“Sembra talco, ma non è”: la verità dietro la filastrocca di Pollon

Pollon, l’iconica “eroina” dell’Olimpo

 

Quanti di voi si ricordano della tenera e simpaticissima Pollon, la serie giapponese molto popolare in Italia fin dagli anni ’80? Sfidiamo chiunque di voi a terminare la celebre filastrocca: “Sembra talco ma non è…”. Ammettetelo, non solo l’avete terminata, ma la state ancora cantando.

Facciamo un breve riassunto: Pollon cerca di dimostrare le sue capacità divine attraverso varie avventure e disavventure tra gli dei dell’Olimpo, cercando di guadagnarsi un posto tra loro. Questa serie, nota per il suo tono leggero e divertente, utilizza il “talco” come metafora di qualcosa che appare ordinario ma porta gioia, riflettendo la natura giocosa e non convenzionale della mezza dea nel pantheon greco.

In pratica, il “talco” menzionato in riferimento a Pollon non allude a una sostanza specifica, ma è un termine utilizzato in modo figurato e giocoso nella celebre filastrocca del cartone animato. Per i più smemorati, la canzoncina intonata dalla piccola dea dispettosa e vivace figlia di Apollo recita:

«Sembra talco ma non è
serve a darti l’allegria,
se lo mangi o lo respiri,
ti dà subito l’allegria!» 

Ma vi siete mai chiesti se le parole degne di una mini narco-trafficante siano le stesse anche nella versione giapponese?

Tutto un altro mondo

La versione giapponese di “Pollon” (“Olympus no Poron” nell’originale giapponese) presenta alcune differenze culturali rispetto alla versione italiana, tra cui il modo in cui sono trattati alcuni temi e personaggi. Tuttavia, il carattere giocoso e la leggerezza della protagonista rimangono un tratto distintivo comune a entrambe le versioni.

In Giappone, la serie ha goduto di una popolarità simile, con Pollon che si avventura tra gli dei dell’Olimpo usando il suo fascino e la sua innocenza per navigare tra le complessità della mitologia greca. La serie è stata adattata per il pubblico italiano con alcune modifiche, inclusa la famosa filastrocca del “talco”, che è una creazione specifica della versione italiana per rendere il personaggio e le situazioni più vicine al gusto e alla sensibilità del pubblico locale. Quindi, mentre il tono e il tema centrale della serie rimangono simili, ci sono adattamenti culturali che si riflettono nelle varie versioni locali. Ecco il testo tradotto dalla versione giapponese:

“Orso, orso, Nahaha [il nome giapponese del dottor Cha Cha Cha]. Chon! [il suono onomatopeico del sorriso di Pollon].

Non  ha un vero senso, serve solo a far sorridere i bambini, come spiegato chiaramente nel filmato a seguire.

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