Fonte: Pixabay
La Grande Muraglia Cinese, una delle opere più maestose mai costruite dall’uomo e considerata una delle sette meraviglie del mondo moderno, fu costruita, secondo le conoscenze attuali, a scopo difensivo per proteggere l’impero cinese dalle incursioni nemiche.
Un recente studio dell’Università di Cambridge rivela nuovi dettagli che rimettono in discussione le attuali conoscenze sulla monumentale opera.
Le prime costruzioni della Muraglia si attestano attorno al VII sec a.C. ma fu sotto l’imperatore Qin Shi Huang (lo stesso che fece costruire l’esercito di terracotta), nel III sec. a C., che l’opera fu portata a termine, collegando tutti i tratti già esistenti per realizzare una struttura unica. Nei secoli successivi la Muraglia venne ampliata, rinforzata e restaurata più volte.
La sua lunghezza è stata considerata, fino a poco tempo fa, di 6 350 chilometri ma, da misurazioni effettuate nel 2012, con più recenti strumentazioni tecnologiche (raggi infrarossi, GPS), risulterebbe lunga 8.851 km. È larga circa 5 metri e ha un’altezza media di 8,5 metri, con torri di guardia dislocate ogni 800 metri.
Lo studio effettuato dai ricercatori si concentra su un tratto di 737 chilometri che si estende dalla Cina settentrionale alla Mongolia nordorientale. Il muro presenta numerose strutture ausiliare che suggeriscono una funzione diversa dal mero scopo difensivo. La Muraglia in questo caso era a servizio delle comunità locali di pastori. Le strutture ausiliarie indicano che il muro consentiva di gestire i pascoli, fornendo riparo notturno agli animali e promuovendo il commercio agricolo della zona. Non si sarebbe trattato quindi di una costruzione a scopo difensivo ma di supporto per radunare il bestiame e come punto di incontro per gli scambi commerciali.
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La scoperta porta a riconsiderare la funzione della Grande Muraglia, evidenziando possibili usi per scopi diversi da quelli di difesa dei confini.
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