Anche le scimmie si chiamano per nome: lo dice la scienza

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Anche le scimmie si chiamano per nome: lo dice la scienza

| 22/12/2024
Fonte; Pexels

L’importanza di dare un nome agli altri per la sopravvivenza

  • Un team di scienziati ha condotto uno studio su un gruppo di piccole scimmie del Brasile
  • Si tratta degli uistitì dai pennacchi bianchi
  • Questi piccoli mammiferi sono in grado di chiamarsi per nome
  • Si tratta di un’abilità cognitiva incredibilmente rara nel regno animale
  • Secondo gli esperti, questa scoperta potrebbe contribuire a risolvere il mistero dell’origine del linguaggio umano

 

Avete mai sentito parlare degli uistitì dai pennacchi bianchi? Questa curiosa denominazione fa riferimento a delle piccole scimmie originarie del Brasile. Alte appena 28 centimetri per un peso di circa 2 chili e mezzo, queste creaturine vivono tra i folti alberi della foresta e si nutrono prevalentemente di resina e insetti. Oltre al loro aspetto buffo, c’è un’altra peculiarità che rende questi mammiferi a dir poco affascinanti.

Secondo i ricercatori dell’Università Ebraica di Gerusalemme, gli uisitì possiedono una facoltà rarissima nel mondo animale: sono in grado di chiamarsi per nome, designando ogni esemplare del proprio gruppo con una specifica combinazione di suoni. Si tratta di una capacità tutt’altro che banale e di poco conto. Infatti, come spiegato dal professor David Omer, a capo della ricerca: “dare un nome a un individuo fa parte di una più generale abilità cognitiva che è quella di dare etichette vocali: ovvero, assegnare una vocalizzazione a un oggetto. Crediamo che questa capacità sia cruciale per la sopravvivenza di questa specie, che si basa sulla coesione sociale“.

Uno studio che getta nuova luce sull’origine del linguaggio umano

La scoperta del team di ricercatori è importante perché può aiutarci a risolvere il mistero millenario che riguarda lo sviluppo del linguaggio negli esseri umani. A questo riguardo, non esiste un’acclarata spiegazione scientifica, ma una serie di ipotesi su cui la scienza continua a dibattere.

Tra quelle più diffuse, illustrate da Omer, ci sono “una visione sulla comparsa del linguaggio umano la vede come una sorta di “big bang”, qualcosa che si è evoluto esclusivamente negli umani bypassando i nostri più vicini parenti. Altri hanno suggerito che i primati non umani non abbiano l’anatomia vocale per produrre il linguaggio.

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I nostri risultati, con quelli di altri studi, stanno iniziando a cambiare la prospettiva. Abbiamo mostrato un uso molto flessibile della vocalizzazione nei primati non umani. Questa flessibilità suggerisce che queste abilità vocali siano i precursori mancanti dell’evoluzione del linguaggio negli umani“.

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