“Mi presento: mi chiamo Anna, sono sposata con Cesare e abbiamo due figli ormai grandi, Lucia e Armando. A volte ospitiamo in casa nostra la figlia del fratello di mio marito, Beatrice.
Beatrice è una ragazzina di 14 anni molto ma molto viziata: ospitarla in casa è una fatica immane perché combina sempre dei casini, disubbidisce e soprattutto fa molti capricci. La cosa peggiore è che Beatrice ha uno smartphone da cui non si separa mai e con cui fa cose quanto meno discutibili: foto imbarazzanti che posta on line, sia sue che di altre persone spesso ignare, video scemi ascoltati a volume altissimo, scherzi vari spesso al limite della denuncia.
Lo scorsa settimana Beatrice è venuta a passare il week end da noi. Tra una telefonata urlata e un video a tutto volume, ho scoperto che stava combinandone un’altra delle sue: uno scherzo telefonico che per poco non ci costa una bella somma. Così le abbiamo sequestrato il telefono.. leggete un po’ come è andata a finire questa storia!!”
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Anna condivide una situazione familiare complicata riguardante la gestione di Beatrice, la figlia adolescente del fratello di suo marito Cesare. Beatrice, che spesso soggiorna a casa loro, è descritta come una ragazzina molto viziata e difficile da gestire. Anna rileva che avere Beatrice in casa è impegnativo, principalmente a causa del suo comportamento provocatorio, del suo atteggiamento di sfida e delle azioni discutibili che compie usando il suo smartphone.
Uno degli aspetti più problematici del comportamento di Beatrice è l’uso del suo smartphone per attività che Anna ritiene inappropriati, come la pubblicazione di foto imbarazzanti online e la realizzazione di video e scherzi telefonici a volume elevato, che spesso sfiorano il limite della legalità. Durante l’ultimo soggiorno di Beatrice, il suo comportamento ha raggiunto un punto critico quando ha fatto uno scherzo telefonico che ha quasi causato una perdita economica significativa alla famiglia.
Di fronte a questo ennesimo episodio, Anna e Cesare hanno deciso di intervenire in modo concreto, togliendole il telefono in un tentativo di limitare i danni e correggere il suo comportamento. Anna non entra nei dettagli su come Beatrice ha reagito a questa azione o come si è sviluppata la situazione, ma invita i lettori a scoprire l’esito di questa vicenda, indicando che la reazione di Beatrice al sequestro del telefono è stata notevole.
Questo racconto evidenzia le sfide che molti genitori e tutori affrontano nel gestire comportamenti problematici degli adolescenti nell’era digitale, specialmente quando questi comportamenti hanno il potenziale di causare danni reali. Anna, attraverso la sua storia, solleva questioni importanti sull’educazione digitale, sulla supervisione dei minori e sulle strategie parentali per affrontare e correggere comportamenti inappropriati o pericolosi.
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