Antiche impronte rivelano che gli umani avrebbero indossato scarpe 148.000 anni fa

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Antiche impronte rivelano che gli umani avrebbero indossato scarpe 148.000 anni fa

| 14/09/2023
Fonte: Pixabay

Le tracce su una roccia indicherebbero che gli ominidi portavano calzature ai piedi per proteggersi dalle rocce taglienti

  • Alcune impronte umane trovate in Sudafrica suggeriscono che gli ominidi indossavano calzature 148.000 anni fa
  • Le tracce ben conservate sono state trovate su lastre di pietra in tre diverse località
  • Le impronte non hanno le dita dei piedi, ma estremità arrotondate e margini netti compatibili con delle calzature
  • Gli studiosi hanno ipotizzato che si trattasse di sandali con la suola dura
  • Le calzature erano fondamentali per non ferirsi i piedi camminando sulle rocce taglienti

 

Alcune impronte umane trovate in Sudafrica suggeriscono che gli uomini indossassero calzature con la suola 148.000 anni fa. Seppure le impronte siano ancora sottoposte a studi, la loro strana conformazione potrebbe essere la prova che gli uomini primitivi avessero delle protezioni ai piedi per difendersi dalle rocce taglienti.

Lo studio delle impronte

Le tracce, ben conservate, sono state trovate su lastre di pietra in tre diverse località della costa del Capo. In base all’età delle rocce e dei sedimenti vicini, i ricercatori hanno stimato che le orme risalgono ad un’era compresa tra i 79.000 e i 148.000 anni fa.

A differenza di impronte di piedi nudi, quelle sotto esame non presentano le dita dei piedi ma mostrano «estremità anteriori arrotondate, margini netti e possibili prove di punti di attacco della cinghia». Segni simili sono stati trovati anche nel sito di Goukamma, datati tra i 73.000 e i 136.000 anni fa, mentre un ultimo esempio è presente a The Woody Cape, nel Parco nazionale di Addo Elephant.

Sandali con la suola dura

«In tutti i casi le tracce presunte hanno dimensioni che sono sostanzialmente coerenti con quelle degli ominidi», scrivono gli autori dello studio.

Per verificare questa conclusione, i ricercatori hanno lasciato le proprie impronte indossando sandali simili a due diverse paia di scarpe usate storicamente dagli indigeni San dell’Africa meridionale, entrambi attualmente conservati nei musei. Gli esperimenti hanno rivelato che l’uso di calzature con suola dura sulla sabbia bagnata lasciava impronte con bordi netti, senza impronte di dita e con rientranze nei punti in cui le cinghie di cuoio incontravano la suola, proprio come i segni di Kleinkrantz.

«Anche se non abbiamo prove decisive, possiamo dedurre dai tre siti che ci fossero uomini che utilizzavano sandali con la suola dura». Le calzature erano utili durante la caccia e la ricerca di cibo, quando dovevano spostarsi sulla costa, arrampicarsi su rocce taglienti o rischiare di calpestare ricci di mare. «Procurarsi una significativa lacerazione al piede avrebbe potuto essere una condanna a morte» aggiungono i ricercatori «e quindi avere delle protezioni era fondamentale».

Le prime testimonianze di calzature

La difficoltà ad interpretare i segni rupestri rende cauti gli studiosi, poiché non si hanno reperti di scarpe risalenti all’Età della Pietra Media, in un periodo così remoto nel tempo. Le uniche testimonianze sopravvissute finora sono un paio di scarpe in corteccia intrecciata dell’Oregon di 10.000 anni fa e considerate le più antiche calzature al mondo, e alcuni esemplari trovati in Armenia e datati 5.500 anni fa.

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Prima di questo studio, la più antica indicazione sull’uso delle calzature proveniva da due impronte lasciate dai bambini di Neanderthal in una grotta in Grecia 130.000 anni fa. Anche altre tracce di Neanderthal in Francia sono state interpretate come prove di piedi calzati, sebbene entrambi i casi siano ancora oggetto di dibattito.

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