Quante volte sarà capitato, durante un evento importante sul quale ci si contava particolarmente, di incrociare le dita in segno di scaramanzia? Sul luogo di lavoro o nella vita privata, tutto sembra portare al pensiero di “sentirsi fortunati” in modo tale che, ciò che speriamo che accada, possa filare liscio.
È qui, quindi, che entra in gioco lo scongiuro della sfortuna. In Italia, come in altri Paesi del mondo, la scaramanzia è un elemento particolarmente sentito ed importante a livello culturale. Dal corno portafortuna ad altri simbolismi, quello più comunemente utilizzato però è senza dubbio l’incrocio dell’indice e del medio della mano destra. Ma cosa significa esattamente e soprattutto da dove deriva questa usanza popolare?
Oggigiorno è considerata una pratica totalmente laica, quindi non legata ad alcuna pratica religiosa. Le sue radici, però, sono riconducibili proprio al Cristianesimo. Il simbolo dell’incrociare le dita richiama proprio il segno della Croce. Durante le persecuzioni dei cristiani, poi, il gesto divenne un modo per riconoscersi tra loro.
In epoca medievale, poi, si arricchì di nuovi significati. Tra questi, lo scongiurare qualsiasi contatto con il Diavolo o con il mondo dell’occulto in generale. In quel periodo, infatti, vi era la credenza che il malvagio potesse penetrare nell’anima dell’uomo e solo grazie all’incrocio delle dita quest’ultimo potesse salvarsi, fungendo così da barriera contro il male.
Questo gesto, quindi, era visto come un modo per invocare protezione divina. Ad oggi ha perso quasi totalmente questa valenza, anche se ne ha acquistata una simile, ovvero quella del portare fortuna.
Leggi anche: Costruisce il suo ristorante su un cimitero ma non lo sposta perché pensa che porti fortuna
Incrociare le dita, infatti, viene visto come una pratica per attirare a sé vibrazioni positive quando, ad esempio, ci si trova dinanzi ad un problema o ad un ostacolo da affrontare.
Share