La LAV ha già trovato una soluzione alternativa alla morte dell’esemplare
- La vicenda della morte di Andrea Papi per mano dell’orsa JJ4 ha scioccato tutti
- Per l’orsa non sembra esserci altra via che l’abbattimento, già disposto dalle autorità
- Tuttavia dobbiamo ricordarci di essere noi ospiti in casa loro e non viceversa
- L’esemplare ha solamente seguito il suo istinto di protezione e non può prendersi tutte le colpe per una cattiva gestione di un progetto sfuggito di mano
- La LAV ha già presentato una soluzione alternativa, con un rifugio che sarebbe disponibile ad accogliere l’orsa
- Salviamo l’orsa JJ4 da un destino che non merita
La vicenda occorsa al runner Andra Papi in Val di Sole è drammatica. Il ventiseienne è stato infatti attaccato e ucciso dall’orsa JJ4. Tuttavia lo sarebbe ancora di più se le cose andassero come si prospetta: il destino dell’orsa sembra infatti già segnato. Per lei si prospetta l’abbattimento perché considerata troppo pericolosa, dopo che già era stata condannata alla stessa fine nel 2020 quando era stata ritenuta responsabile dell’aggressione di due cacciatori che l’avevano spaventata mentre era con i cuccioli.
All’epoca un ricorso della LAV (la Lega Anti Vivisezione che dal 1977 si schiera dalla parte degli animali) l’aveva salvata. Ora, però, con l’uccisione di Papi su di lei pende un’altra condanna a morte, emessa dal presidente della Provincia autonoma di Trento, nonostante si moltiplichino gli appelli affinché il finale di questa vicenda sia diverso. Sempre la LAV si è fatta avanti offrendo un’alternativa per salvare l’orsa JJ4 e concederle la possibilità di continuare a vivere nel suo ambiente naturale, seppur sotto controllo. L’associazione ha trovato un luogo sicuro dove poterla portare, un rifugio che si è già reso disponibile ad accogliere immediatamente l’orsa.
La colpa non è di Andrea e nemmeno dell’orsa
Come detto, si stanno susseguendo gli appelli per salvare l’esemplare, soprattutto sui social, e vogliamo anche noi schierarci dalla parte dell’orsa. In fondo siamo di fronte, con tutta probabilità, ad una mamma che si è vista minacciata dalla presenza di un umano e ha fatto ciò che farebbe qualunque mamma: ha difeso i suoi piccoli. Del resto siamo noi ospiti in “casa” loro, la natura, e non viceversa. A cosa servirebbe l’abbattimento dell’orsa se non a portare altro dolore in questa storia così drammatica?
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A sostenere questa teoria c’è anche un’altra mamma, quella di Andrea, che ha fatto sapere al termine dei suoi funerali come tutto ciò non le darà indietro suo figlio. Ha inoltre precisato che la colpa non può essere additata né ad Andrea e nemmeno all’orsa, ma vada ricercata nella cattiva gestione del progetto di reintroduzione Life Ursus per salvare un piccolo nucleo di orsi in via d’estinzione e che è sfuggito di mano. E così, mentre si sta cercando di individuare l’animale per iniziare le operazioni di cattura, auspichiamo che si possa trovare una soluzione diversa per far sì che ciò che è successo ad Andrea non accada più, ma allo stesso tempo per non abbattere un esemplare che ha solamente seguito il suo istinto.
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- https://www.lav.it/news/uomo-morto-nei-boschi-del-trentino-no-accuse-animali-selvatici
- https://www.greenme.it/animali/animali-selvatici/lav-ricorso-abbattimento-orso/
- https://www.lastampa.it/la-zampa/2023/04/13/news/runner_trentino_caccia_orsa_jj4-395917714/