“Non so perché ho deciso di condividere queste mie chat private. La verità è che sono un padre ormai solo da troppi anni e che deve crescere due non più bambini nel fiore dell’età della ribellione: Valerio di 19 anni e Marika di 21 anni. Fare il padre è complicato, soprattutto se come me lo si è diventati giovanissimi e se ormai da anni si è senza una compagna o una moglie con cui imparare ad esserlo. Nonostante questo, ho sempre cercato di dare il massimo e di instaurare con i miei figli un rapporto di rispetto reciproco ma anche di cordialità, di quasi amicizia, considerando anche appunto la mia giovane età. Da un po’ di tempo, per aiutarli a capire meglio il valore dei soldi e per far comprendere loro alcune verità su quanto presto dovranno affrontare nella vita, ho cominciato a dar loro delle piccole somme di denaro mensili, al fine anche che le investissero nel loro futuro. Purtroppo, parlando con Valerio, un po’ per colpa mia e un po’ per colpa loro, ho capito che la situazione mi era sfuggita di mano. Al momento ammento di sentirmi un padre fallito e quindi vi chiedo anche a voi come dovrei agire, io proprio non lo so più e sono decisamente sconfortato.”
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Un padre ha deciso di condividere le sue difficoltà nel crescere da solo i suoi due figli, Valerio, di 19 anni, e Marika, di 21 anni. Diventato padre molto giovane e senza una compagna da anni, si è impegnato a fare del suo meglio per instaurare un rapporto basato su rispetto reciproco e quasi amicizia, cercando di bilanciare il suo ruolo genitoriale con la sua vicinanza generazionale ai figli.
Di recente, ha introdotto un sistema di piccole somme mensili per i figli, con l’intento di aiutarli a comprendere il valore del denaro e insegnare loro a gestire le proprie risorse per il futuro. Tuttavia, parlando con Valerio, si è reso conto che questa iniziativa potrebbe essergli sfuggita di mano. Si sente sconfortato e teme di non aver gestito al meglio la situazione, arrivando a considerarsi un “padre fallito.”
Chiede consiglio su come affrontare questa complessa fase della vita, sentendosi sopraffatto e incerto sul da farsi. Cerca un confronto con chi potrebbe aver vissuto esperienze simili o avere suggerimenti per guidare i figli in una direzione positiva, senza perdere il legame di fiducia che ha cercato di costruire con loro.
“Purtroppo mio figlio ha un caratteraccio e questo è innegabile. Spesso è scurrile, spesso supera il cosiddetto limite ed è colpa mia. Sarebbe troppo facile dare la colpa alla società di oggi o alla mamma che lo ha praticamente abbandonato quando aveva tre anni. La colpa è solo mia. Nonostante ciò, io sono sempre stato contrario alla violenza anche educativa, sono stato educato con sani principi e lo stesso ho fatto sia con Valerio che con Marika. Ovviamente, l’aver scoperto di aver un figlio probabilmente ludopatico e una probabilmente sex worker, di certo non mi aveva reso la giornata più piacevole. Ma non si stava parlando di me. Nonostante tutto, i figli sono liberi, non sono miei possedimenti, l’unica cosa che potevo e che posso fare è cercare di indirizzarli verso una via migliore. L’aver tolto la paghetta mensile a mio figlio già mi sembrava un inizio ma a questo punto dovevo capire se quanto mi era stato detto su Marika era vero o semplicemente un tentativo di Valerio di sviare dalla situazione. Per evitare di perdere tempo, ho quindi deciso di scrivere direttamente sul gruppo di famiglia.”
Il padre, dopo aver affrontato difficoltà con il comportamento di suo figlio Valerio, che descrive come spesso scurrile e sopra le righe, si trova in una situazione complessa. Ammette di attribuire a se stesso la responsabilità per certi atteggiamenti del figlio, riflettendo sul fatto di aver sempre cercato di educare entrambi i figli con sani principi e di non aver mai utilizzato la violenza, neanche in senso educativo.
La scoperta di alcune preoccupanti verità sul comportamento dei figli, tra cui una possibile ludopatia di Valerio e il sospetto che Marika possa essere coinvolta in attività di sex work, lo ha profondamente scosso. Nonostante il dolore, ribadisce la sua convinzione che i figli siano individui liberi e non suoi possedimenti, e sente la responsabilità di indirizzarli verso un percorso migliore.
Dopo aver tolto la paghetta mensile a Valerio, come primo tentativo per affrontare la situazione, decide di verificare direttamente con Marika se quanto gli era stato riferito dal figlio fosse vero o una sua strategia per deviare l’attenzione. Per farlo, sceglie di affrontare la questione apertamente scrivendo nel gruppo di famiglia, cercando trasparenza e una via per ristabilire un dialogo con entrambi i figli.
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