Uno studio condotto dall’Università di Yale e dalla Icahn School of Medicine di Mount Sinai si è incentrato sui ricordi traumatici. Ha rivelato che il cervello li elabora in modo unico, distinguendoli dagli altri ricordi negativi. Non vengono codificati come esperienze passate, ma sono vissuti dal cervello come se stessero accadendo proprio in quel momento. Per arrivare a questi risultati, la ricerca ha coinvolto 28 persone con disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Questi individui sono stati sottoposti a scansioni cerebrali mentre ascoltavano narrazioni registrate delle loro esperienze traumatiche.
Mentre i ricordi tristi attivavano l’ippocampo, una regione cerebrale coinvolta nell’apprendimento e nella memoria, i ricordi traumatici attivavano la corteccia cingolata superiore, un’area cerebrale associata ai pensieri introspettivi e al sogno ad occhi aperti. Più forte era il disturbo post-traumatico, maggiore era l’attivazione di questa area cerebrale. Si tratta di una scoperta molto importante per il trattamento del disturbo da stress post traumatico che viene curato esponendo il paziente ai ricordi traumatici per ridurne l’impatto distruttivo nel tempo.
Lo studio, però, suggerisce che potrebbe essere più efficace aiutare i pazienti a trasformare i ricordi traumatici in ricordi tristi ordinari, organizzati e consolidati nell’ippocampo. In questo modo si potrebbe cercare di mitigare la sensazione che l’evento stia accadendo in questo momento, cosa che i pazienti con PTSD si trovano a vivere.
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Allo stesso tempo la ricerca ha permesso di capire che la rievocazione del trauma avviene nella corteccia posteriore cingolata, coinvolta nel rivivere i ricordi e nel cercare elementi rilevanti per il sé. Ciò potrebbe spiegare perché i pazienti con PTSD reagiscono intensamente a stimoli sensoriali che vengono percepiti come segnali di pericolo immediato. Capire a fondo queste dinamiche cerebrali potrebbe far sì che vengano sviluppate terapie più mirate per affrontare il disturbo post-traumatico da stress.
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