Relazione a senso unico: come riconoscerla e gestirla (senza impazzire)

Amore o dipendenza? Quando una relazione ti prosciuga

 

Le relazioni dovrebbero essere un meraviglioso tango in cui entrambi i partner danzano in sintonia, ma se ti sembra di ballare con uno spaventapasseri, potresti trovarti in una classica relazione a senso unico. Sì, quelle situazioni in cui uno dei due dà tutto (tempo, energia, pazienza, reni in caso di emergenza), mentre l’altro risponde con un “Che carino, grazie!”. Tranquillo, non sei solo: esistono molti “eroi” delle relazioni sbilanciate. Ma come fare per non finire schiacciati dal peso di un amore a senso unico? Armati di autoironia e continua a leggere.

Segnali inequivocabili di una relazione a senso unico (spoiler: li stai già ignorando)

Iniziamo con un test. Se rispondi “sì” a tre o più di queste domande, forse è ora di rivedere la tua idea di amore:

  1. Fai sempre tu il primo passo?
    Se l’unico “buongiorno” che ricevi è dal meteo sul telefono, forse c’è un problema.
  2. Ti senti come un bancomat?
    Regali, cene, sorprese… tutto molto bello, ma il partner quando ti ha mai offerto un caffè senza ricordarti che l’hai finito tu la settimana scorsa?
  3. Ogni tuo gesto è ignorato?
    Scrivi messaggi romantici, li rileggi sei volte per assicurarti che siano perfetti, e lui/lei risponde con una faccina? Emoticon sbagliata, emotività sbagliata.
  4. Ti senti invisibile?
    Condividi i tuoi sogni, paure, idee filosofiche sulla vita, e dall’altra parte ottieni solo un “scusa, cosa hai detto? Stavo guardando TikTok”.

Se anche solo una di queste descrizioni ti ha fatto ridere (o piangere), hai già intuito dove si trova il problema. Spoiler: non sei tu.

Il fascino segreto delle relazioni a senso unico: perché ci caschiamo?

Perché siamo esseri complessi e – diciamocelo – masochisti. È affascinante pensare di essere indispensabili, di poter “salvare” l’altro con il nostro amore incondizionato. Peccato che, mentre tu ti sforzi di essere l’eroe, l’altro continua a fare maratone di Netflix senza neanche ringraziarti. È il mito del “sarò io a cambiarlo/a”. Spoiler numero due: non succederà.

Dietro ogni relazione sbilanciata c’è sempre una dinamica di potere sottile. Tu ti senti importante perché dai tutto, e l’altro si sente tranquillo perché prende tutto. Ma mentre loro dormono sonni beati, tu passi le notti a contare quanti modi ci sono per dire “perché non mi ama come lo amo io?”.

Come rompere il cerchio vizioso (senza sembrare un maniaco)

Ok, ammettiamolo: hai capito che qualcosa non va. Ora arriva il difficile, perché uscire da una relazione a senso unico non è semplice come annullare un abbonamento in palestra. Ecco alcune mosse per riconquistare la dignità senza troppe lacrime:

1. Smetti di essere un distributore automatico

Nessuno apprezzerà ciò che fai se lo considerano scontato. Hai presente il giorno in cui hai cambiato idea sull’ananas sulla pizza? Ecco, devi fare lo stesso con la tua relazione. Ferma il flusso continuo di attenzione, regali e sacrifici. Vedrai se dall’altra parte c’è interesse… o solo fame.

2. Parla chiaro, ma con classe

Inutile urlare o minacciare di andartene mentre sbatti porte. Piuttosto, siediti e fai un discorso semplice: “Io sto dando molto, tu molto poco. Non mi sento felice.” Se la risposta è “Ma dai, sei esagerato/a!”… beh, la porta che prima non hai sbattuto ora puoi usarla per uscire.

3. Smetti di giustificare tutto

“È fatto/a così”, “ha avuto una giornata pesante”, “forse non si è accorto/a”. Basta scuse. Se l’altro non si impegna, non è perché il Wi-Fi è lento: è perché non vuole.

4. Concentrati su di te

La cura migliore per una relazione sbilanciata? Diventare egoista. Vai in palestra, impara a cucinare il sushi, adotta un alpaca. Fai qualcosa che ti rende felice senza chiedere il permesso a nessuno.

5. Impara a dire “basta”

Arriva sempre il momento in cui bisogna mollare la presa. No, non è facile, ma immagina la tua vita come una valigia: per fare spazio a cose belle, devi liberarti di quelle vecchie e inutili.

Ridere di tutto: la chiave della sopravvivenza emotiva

Un consiglio bonus: ridici sopra. Quando finalmente riconoscerai le dinamiche tossiche, riderai di tutte quelle serate in cui hai sperato che “questo sarà il momento in cui cambia”. Non cambierà. Ma tu sì, e sarà meraviglioso.

Se hai bisogno di ispirazione per autoironia, pensa a questa frase: “La mia relazione mi ha insegnato due cose. La prima è che so cucinare. La seconda è che devo cucinare solo per chi apprezza davvero il mio pesto”.

Ricorda: l’amore è meraviglioso solo se non ti sembra un lavoro full-time. E tu, non sei l’ufficio risorse umane.

 

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