La convinzione nelle cospirazioni come un’espressione inconscia di frustrazione e insicurezza
- Le teorie del complotto possono nascere da un senso di rancore verso chi ha più potere o conoscenza
- Chi si sente inferiore a esperti o autorità può trovare nei complotti un modo per riequilibrare il potere
- Lo studio suggerisce che la convinzione nelle cospirazioni sia un’espressione inconscia di frustrazione e insicurezza
- Rifiutare la scienza o le istituzioni può dare un senso di controllo a chi si sente escluso dalle decisioni
- Per ridurre la diffusione delle teorie del complotto, bisogna considerare non solo la disinformazione, ma anche le disuguaglianze sociali ed economiche
Le teorie del complotto affascinano molte persone, e secondo una recente ricerca condotta dalle università di Staffordshire e Birmingham, il motivo potrebbe essere legato al rancore e alla percezione di svantaggio rispetto agli esperti e alle autorità. Lo studio, pubblicato sul Journal of Social Issues, suggerisce che la convinzione nei complotti non sia dovuta solo a disinformazione, ma a un meccanismo psicologico di rivalsa. I ricercatori sostengono che quando le persone si sentono minacciate, insicure o sottovalutate, possono sviluppare un comportamento definito “spite”, ossia un’azione che danneggia sia sé stessi che gli altri, ma che modifica il bilanciamento del potere.
In questo caso, credere nei complotti può diventare un modo per rifiutare le opinioni degli esperti e sfidare il sapere consolidato. Tre studi condotti su oltre 1.000 partecipanti nel Regno Unito hanno confermato questa ipotesi. Il primo esperimento ha analizzato la relazione tra il livello di rancore e la propensione a credere nei complotti, scoprendo che chi si sentiva minacciato o impotente tendeva maggiormente a sostenere teorie alternative. Il secondo studio ha rafforzato questi risultati, dimostrando che l’incertezza gioca un ruolo chiave: quando le persone si sentono insicure, il rancore diventa un potente motore per abbracciare idee cospirative.
La diffidenza nei confronti della scienza
Un esempio pratico è la diffidenza nei confronti della scienza. Chi non ha conoscenze approfondite su temi complessi come il cambiamento climatico o i vaccini può sentirsi in svantaggio rispetto agli esperti. Invece di accettare questa disparità, alcuni rifiutano le evidenze scientifiche e sostengono teorie alternative, ribaltando il rapporto di potere e assumendo un senso di superiorità. Allo stesso modo, chi si sente politicamente impotente può vedere governi e istituzioni come cospiratori malvagi, utilizzando queste narrazioni per spiegare il proprio disagio.
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Lo studio sottolinea che per contrastare la diffusione delle teorie del complotto non basta fornire informazioni corrette. È essenziale affrontare le radici del problema, come le disuguaglianze economiche e il senso di esclusione sociale. Solo riducendo il divario tra esperti e cittadini si può limitare la necessità di cercare spiegazioni alternative alla realtà.

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Questo articolo è stato verificato con:
- https://studyfinds.org/conspiracy-theories-spite/
- https://spssi.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/josi.12662
- https://www.apa.org/news/press/releases/2023/06/why-people-believe-conspiracy-theories