Tutti noi sappiamo il significato del verbo “prudere“. Il verbo sta a indicare la sensazione di prurito, ovvero quella che provoca il desiderio di grattarsi. Ad ogni modo, la parola “prudere” è un verbo e – in quanto tale – è soggetto alle varie coniugazioni. Proviamo a fare un esempio con il participio passato: “Oggi mi prude il naso come non mi aveva mai…?”.
Ecco. Ci risiamo. Siamo di fronte a uno di quei verbi che non si vorrebbero mai incontrare: quelli che dividono il web in cerca di risposte. Quindi, qual è il participio passato del verbo “prudere”? A questa curiosa domanda ha prontamente risposto l’Accademia della Crusca.
Siete ancora alla ricerca di un’eventuale risposta corretta come “pruso”, “pruduto”, “prurso” e altre improbabili e cacofoniche ipotesi? Rilassatevi. Questa volta la risposta è più semplice di quanto pensiate. Il participio passato del verbo “prudere” non esiste. Si tratta infatti di un verbo difettivo.
Secondo quanto specificato dall’Accademia della Crusca, infatti, “prudere” è uno di “quei verbi che mancano di alcuni modi, tempi o persone verbali. Prudere presenta la terza persona singolare e plurale dei tempi semplici: indicativo presente (prude, prudono), imperfetto (prudeva, prudevano), futuro (pruderà, pruderanno); congiuntivo presente (pruda, prudano), imperfetto (prudesse, prudessero); condizionale presente (pruderebbe, pruderebbero); gerundio presente (prudendo). Non si usano dunque né il participio presente né il participio passato“. La risposta corretta alla frase, quindi, è: “oggi mi prude il naso come non aveva mai fatto”.
Leggi anche: Significato di “Una tantum”: la spiegazione dell’Accademia della Crusca
Inoltre, si tratta di un verbo intransitivo. Infatti, viene usato prevalentemente in modo impersonale, come ad esempio “mi prude il naso”. Per la coniugazione al passato remoto, infine, l’Accademia ha spiegato che “anche se poco comuni, sono corrette entrambe le forme prudé e prudètte (e di conseguenza prudérono/prudèttero)”.
Share