Una famiglia di Pompei ha scoperto di aver avuto appeso in salotto per 60 anni un quadro di Picasso del valore di 6 milioni di euro. E stato infatti accertato che la tela che adornava la parete del salotto della famiglia Lo Rosso è un dipinto autentico del genio dell’arte cubista.
La storia ha origine ne 1962, quando Luigi Lo Rosso lavorava come rigattiere. Un giorno svuotando la cantina di una villa a Capri, trovò una tela arrotolata con il ritratto di una figura scomposta. Il dipinto piacque all’uomo che invece di venderlo lo portò a casa. La moglie mise la tela in una cornice e appese il quadro in salotto. Alcuni anni dopo il figlio di Lo Russo, ancora bambino, vide sul libro di scuola un’immagine che ricordava molto quella in salotto. Ne parlò con i genitori, ma tutti pensarono che il quadro di famiglia fosse ovviamente di una copia.
Il dipinto in questione era il Buste de Femme Dora Maar, un ritratto fatto da Picasso alla fotografa e poetessa francese Dora Maar.
Agli inizi del Duemila il figlio cominciò seriamente a pensare di far valutare il quadro poiché l’immagine ricorreva sui libri di storia dell’arte. Da allora la famiglia ha intrapreso una complessa e tortuosa strada per effettuare analisi e avere pareri di esperti del settore. Cominciarono ad arrivare le prime conferme da parte di storici e critici d’arte ma anche ostacoli e reticenze sull’iter per la valutazione.
Alcune settimane fa la grafologa forense Cinzia Altieri ha certificato che la firma di Picasso è autentica. Ora si attende la risposta della fondazione degli eredi di Picasso che dovranno esprimersi sulla vicenda. Il valore stimato del quadro è attualmente di 6 milioni di euro, ma se dovesse ricevere il riconoscimento anche dalla fondazione, potrebbe valere almeno il doppio. In tutto questo la famiglia Lo Russo ha già annunciato che il quadro, conservato in un caveau di Milano, non è in vendita. «Quel quadro è un pezzo della famiglia Lo Rosso di Pompei e non si vende» ha riferito all’Ansa Andrea Lo Rosso.
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«Stiamo cercando solo una valutazione, ma non lo vendiamo, perché questa era la volontà di mio padre che non c’è più». Queste sono al momento le intenzioni della famiglia ma non è detto che in futuro possano esserci ulteriori sviluppi e il quadro possa essere immesso nel mercato internazionale dell’arte.
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