L’affascinante risposta biologica alla paura
- La scienza ha cercato di capire perché ci piace sperimentare un po’ di paura
- La ricerca di uno stato di terrore controllato potrebbe dipendere dalla risposta biologica allo spavento
- Dopo aver fronteggiato una minaccia, infatti, il nostro organismo rilascia endorfine e dopamina
- La paura ci piace, purché non superi una certa soglia
- Il limite da non oltrepassare, naturalmente, risulta estremamente soggettivo
Ammettetelo: anche voi insistete nel guardare i film horror, per poi coprirvi gli occhi durante le scene al cardiopalma. Del resto, si tratta di un comportamento piuttosto comune, che ha indagato anche la scienza. La questione è davvero peculiare: perché ci sottoponiamo a un certo tipo di esperienze, se poi abbiamo paura? La spiegazione di questo bizzarro fenomeno potrebbe dipendere da una risposta biologica alle situazioni che percepiamo come pericolose.
A reagire alle minacce è l’amigdala, un complesso di neuroni situato nella parte più interna di entrambi i lobi temporali del cervello. Dopo aver percepito un potenziale pericolo, l’amigdala invia un messaggio all’ipotalamo. Questa piccola struttura cerebrale, a sua volta, determina il rilascio di ormoni dello stress, facendo scatenare la reazione ben nota come attacco o fuga. Che sia per fuggire o per attaccare, la produzione di adrenalina ci rende più reattivi, aumentando il battito cardiaco e irrorando i muscoli con un maggior quantitativo di sangue.
Un po’ di paura, ma non troppa
L’aspetto più incredibile dell’intera faccenda? Si tratta di una risposta molto rapida. Infatti, il nostro corpo si attiva per fronteggiare una minaccia prima ancora che consapevolmente sperimentiamo di avere paura. Il desiderio di provare una piccola dose di terrore potrebbe derivare da ciò che sentiamo dopo aver scampato il pericolo. A seguito di uno spavento, infatti, si scatenano due ormoni noti come dopamina ed endorfine, che provocano una sensazione di benessere ed euforia.
In particolare, ad essere gettonate sarebbero quelle situazioni di paura controllata, come la lettura di libri dell’orrore e la visione di film horror. Lo psicologo e ricercatore Marc Malmdorf-Andersen, infatti, ha spiegato: “È possibile che le forme ricreative della paura aiutino a migliorare la regolazione emotiva e le strategie per farvi fronte. Il godimento dello stimolo pauroso sembra essere legato al controllo delle situazioni imprevedibili“.
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Non bisogna dimenticare, però, che esiste una soglia allo spavento, oltrepassata la quale la paura evocata diventa troppa. Come fare per determinarla? Per rispondere a questa domanda gli scienziati hanno condotto un esperimento all’interno di una casa dell’orrore. Dopo aver visitato l’attrazione, un gruppo di volontari è stato sottoposto a una serie di esami volti a monitorare i parametri fisiologici. I risultati della ricerca hanno messo in luce che la paura ci piace fino a quando non si discosta troppo dalla nostra zona di comfort. Insomma, gli scienziati credono che “possa esserci un punto ottimale tra paura e divertimento, dove il contesto non è troppo terrificante ma neanche troppo controllabile. È qui che il godimento è massimo“.
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- https://www.focus.it/comportamento/psicologia/avere-paura-piace-ma-non-troppo
- https://www.today.com/health/why-do-we-be-scared-science-behind-scream-t166133
- https://www.theguardian.com/science/2022/oct/23/why-we-enjoy-fear-the-science-of-a-good-scare