La decisione di Matt Poskit di acquisire il cognome di sua moglie dopo il matrimonio ha destato un certo interesse e ha suscitato una riflessione sul tema della tradizione dei cognomi familiari. Questa pratica, ancora poco diffusa tra gli uomini, è stata motivata da Matt non tanto da ideali femministi, quanto dalla necessità di creare la propria identità e allontanarsi da un cognome famoso che lo faceva sentire in ombra.
Il gesto di Matt, sebbene insolito, è emblematico del desiderio di molti individui di definire la propria identità in modo indipendente e personale, senza essere vincolati dalle tradizioni familiari o dalle aspettative sociali. Il fatto che solo il 5% degli uomini cambi il proprio cognome dopo il matrimonio, rispetto al quasi 80% delle donne che adottano il cognome del marito, evidenzia ancora una volta il peso delle convenzioni sociali e dei ruoli di genere nella società contemporanea.
La motivazione di Matt, quella di creare la propria eredità e identità, riflette un desiderio profondo di autodeterminazione e di emancipazione individuale. La sua decisione ha avuto un impatto significativo sulla sua salute mentale, offrendogli un senso di appartenenza e di coerenza con se stesso che prima non aveva. Parlando dei suoi figli ha sostenuto: “Sarà bello essere una famiglia e avere tutti lo stesso cognome, almeno finché non lo cambieranno quando si sposano, se decideranno di farlo. O magari anche loro avranno una crisi di identità, chi lo sa!”.
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La reazione dei genitori di Matt, inizialmente delusi ma successivamente solidali, evidenzia la sfida che può rappresentare per le persone più anziane accettare e comprendere scelte non convenzionali riguardo ai nomi di famiglia e all’identità personale. Tuttavia, il sostegno dei genitori di Matt dimostra che, nonostante le differenze di opinione, l’amore e il rispetto per il benessere e la felicità dei propri figli sono sempre al primo posto.
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