“sono qui a scrivervi perché mi sono resa conto che non c’è davvero più limite all’essere ridicoli! La chat che ho mandato al vostro contatto è con Chiara, la compagna di un collega di mio marito. Ogni anno da diverso tempo ormai noi famiglie dell’ufficio di mio marito organizziamo una giornata pre-natale da passare insieme, perciò avevo creato un gruppo per cominciare a organizzare quella di quest’anno per il prossimo sabato. Vedendo che né Chiara né Michele rispondevano, alla fine ho scritto a lei privatamente per capire se avevano letto l’invito. Non mi aspettavo che mi rispondesse con un rifiuto, ma soprattutto non mi aspettavo di scoprire il motivo reale del perché non volevano più venire! Ho cercato di farmi spiegare e di trovare una soluzione che potesse andare bene a tutti, ma poi ho capito che quella di Chiara è solo cattiveria e intolleranza ai figli degli altri! Ma come si può ragionare così in un gruppo di persone che si frequentano da anni e soprattutto durante il periodo natalizio?”
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Una nostra fan ha deciso di raccontare un episodio che l’ha lasciata incredula e amareggiata, legato all’organizzazione di una tradizionale giornata pre-natalizia tra le famiglie dell’ufficio di suo marito. Spiega che ogni anno, da tempo, le famiglie si riuniscono per un incontro conviviale prima delle feste. Quest’anno si era occupata di creare un gruppo per organizzare l’evento, previsto per il sabato successivo.
Notando che Chiara, la compagna di un collega di suo marito, e Michele, il collega in questione, non rispondevano nel gruppo, ha deciso di scrivere direttamente a Chiara per assicurarsi che avessero ricevuto l’invito. A quel punto, la risposta di Chiara l’ha sorpresa: non solo hanno rifiutato di partecipare, ma il motivo dietro il rifiuto si è rivelato per lei inaccettabile.
Chiara ha dichiarato di non voler partecipare perché non sopporta i figli degli altri. La nostra fan racconta di aver provato a ragionare con lei, cercando di proporre soluzioni che potessero andare bene per tutti, ma ha presto capito che l’atteggiamento di Chiara era dettato da cattiveria e intolleranza, piuttosto che da un vero problema pratico.
L’aspetto che la lascia più perplessa è che questo atteggiamento emerga in un gruppo di persone che si frequentano da anni e, soprattutto, nel contesto del Natale, un periodo che dovrebbe essere sinonimo di unione e tolleranza. Condivide questa storia e la conversazione per sfogarsi e cercare un confronto, chiedendosi come sia possibile ragionare in questo modo, specialmente durante le festività.
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