Fonte: Pixabay
La nostra memoria è piena di ricordi di vita vissuta: questi possono essere belli, brutti, neutri, ma talvolta non sono fedeli alla realtà. La memoria umana non sempre registra il passato in maniera fedele, ma piuttosto fa una ricostruzione soggetta a influenze emotive, sociali e culturali.
Le emozioni, l’immaginazione, le interazioni sociali possono alterare i nostri ricordi, rendendoli simili al gioco del “telefono senza fili”, dove ogni ripetizione modifica il messaggio originale.
Uno studio dell’Università di Birmingham ha evidenziato che le persone spesso confondono ricordi specifici con informazioni generiche o “prototipiche”. Ad esempio, il cervello semplifica eventi ripetitivi come il tragitto quotidiano per andare al lavoro, conservando solo gli elementi unici e riempiendo i dettagli mancanti con conoscenze preesistenti. Anche l’immaginazione può distorcere i ricordi, poiché la nostra mente tende a colmare le lacune con dettagli presunti o immaginati, mescolando agli eventi passati ciò che avremmo voluto o immaginato potesse accadere.
Le emozioni influenzano profondamente il modo in cui ricordiamo il passato. Gli eventi emotivamente importanti vengono ricordati più vividamente perché gli ormoni dello stress favoriscono la formazione della memoria, e le emozioni negative tendono a sopraffare e soppiantare quelle positive. Questo distorce i nostri ricordi, facendo risaltare gli aspetti più negativi di un evento, mentre gli aspetti più positivi svaniscono.
Tuttavia, i partecipanti allo studio hanno dimostrato una certa capacità di valutare l’affidabilità dei propri ricordi, soprattutto quando erano consapevoli della natura generica delle informazioni ricordate.
Secondo gli studiosi la memoria non è un’istantanea precisa, ma una rappresentazione soggettiva influenzata da emozioni e convinzioni personali. Anche ricordi vividi possono essere distorti o imprecisi, il che ha ripercussioni significative in ambiti come la giustizia, dove le testimonianze oculari possono essere inaffidabili.
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Per proteggere la nostra memoria da distorsioni, gli esperti suggeriscono quattro pratiche: riconoscere la natura mutevole dei ricordi, documentare la propria vita tramite diari e fotografie, evitare di rievocare continuamente ricordi che potrebbero essere alterati e condividere esperienze con altri per rafforzare la memoria collettiva.
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