Si chiama “positività tossica” e negli ultimi anni è stata la centro dell’attenzione in vari studi e analisi specifiche. Ma come può una cosa “buona” quale la felicità, obiettivo primario di ogni essere umano, trasformarsi in qualcosa di nocivo alla salute dell’individuo stesso? Ad essere “tossico” non è il perdurare dello stato di gioia e serenità, bensì la sua ricerca continua e costante.
Diversi analisti, infatti, hanno dimostrato come le persone che trascorrono la propria vita alla ricerca della felicità, accumulando una serie di insuccessi e delusioni, finiscono per sprofondare in uno stato di tristezza inaspettato. Questa tendenza ad “aspettarsi la felicità”, porta l’uomo ad accusare sé stesso nei casi in cui non si sente davvero soddisfatto. Si tratta di una condizione connessa a sintomi depressivi e ad un cattivo stato fisico. Il sentimento di infelicità, in pratica, deriva dal ritrovarsi in una situazione oggettivamente positiva che però il nostro effettivo stato d’animo non percepisce come tale.
Un esempio è quando ci sentiamo insoddisfatti dal punto di vista professionale, ma abbiamo esattamente il lavoro che avevamo sempre sognato di fare. O ancora, quando ci sentiamo tristi e soli nonostante siamo circondati da persone che ci amano. In tutti questi casi, la nostra mente nega o ignora ogni emozione negativa, “perché ingiustificata”: dobbiamo essere felici ad ogni costo. Questo però provoca solo frustrazione e porta inevitabilmente ad uno stato di angoscia.
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Ciò che rende la positività “tossica”, quindi, non è l’atteggiamento positivo di per sé. Piuttosto, è come una persona si relaziona alla felicità che provoca risposte diverse alle esperienze negative della vita. Infatti, quando le persone credono di dover mantenere alti livelli di positività in ogni momento, affinché la loro vita sia “degna di essere vissuta”, non reagiscono in modo giusto alle emozioni negative. Viceversa, avere un atteggiamento positivo a prescindere, ci aiuta ad affrontare i problemi. Sentirsi giù o troppo stressati non è uno stato che contrasta con la ricerca della felicità.
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