I ricercatori hanno studiato il comportamento delle orate al largo della Corsica
- Uno studio condotto dal Max Planck Institute of Animal Behavior ha dimostrato che alcuni pesci selvatici possono distinguere gli esseri umani in base all’aspetto
- I ricercatori hanno studiato il comportamento delle orate al largo della Corsica, osservando la loro reazione a sub specifici
- I pesci hanno imparato a riconoscere una ricercatrice grazie al colore della sua attrezzatura e all’associazione con il cibo
- Quando i sub hanno indossato attrezzature uguali, i pesci non sono più riusciti a distinguerli, indicando che si basavano sui dettagli visivi
- La scoperta suggerisce che i pesci abbiano capacità cognitive più avanzate del previsto, utilizzando la vista per riconoscere gli esseri umani
Uno studio condotto dal Max Planck Institute of Animal Behavior ha rivelato che i pesci selvatici possono riconoscere gli esseri umani attraverso dettagli visivi. La ricerca si è svolta nel Mediterraneo, al largo della Corsica, presso la stazione Stareso di Calvi. Gli scienziati hanno notato che alcune orate tendevano a seguire determinati subacquei piuttosto che altri, portandoli a ipotizzare che fossero in grado di distinguere le persone.
Per confermare questa teoria, i ricercatori hanno progettato un esperimento in tre fasi. Nella prima, la biologa Katinka Soller ha trascorso quasi due settimane immergendosi ogni giorno nello stesso punto, abituando una ventina di orate alla sua presenza. Grazie a un rinforzo positivo sotto forma di cibo, i pesci hanno iniziato a seguirla sistematicamente, suggerendo che fossero in grado di riconoscerla.
I due sub si sono immersi con attrezzature identiche
Nella seconda fase, un altro scienziato, Maëlan Tomasek, ha preso parte all’esperimento. Indossava un’attrezzatura leggermente diversa da quella di Soller, e all’inizio i pesci sembravano seguirli entrambi indistintamente. Tuttavia con il passare dei giorni hanno mostrato una preferenza per la ricercatrice iniziale, segno che stavano utilizzando dettagli visivi per identificarla. L’ultimo test ha reso la prova ancora più rigorosa. I due sub si sono immersi con attrezzature identiche, privando i pesci della possibilità di distinguere i ricercatori attraverso i colori o la forma dell’equipaggiamento. In questa condizione, i pesci non hanno più mostrato una preferenza chiara, distribuendosi equamente tra i due scienziati.
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Questo risultato ha dimostrato che il riconoscimento era basato principalmente su dettagli visivi esterni, piuttosto che su caratteristiche fisiche come il volto o la corporatura. Secondo gli studiosi, questa abilità è coerente con la capacità visiva a colori della maggior parte dei pesci e potrebbe suggerire che, con il tempo, possano sviluppare metodi più avanzati per identificare gli esseri umani. La scoperta apre nuove prospettive sulla cognizione animale, mostrando che il mondo percettivo dei pesci è molto più complesso di quanto si pensasse.

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- https://www.corriere.it/animali/pesci-fauna-marina/25_marzo_05/i-pesci-sanno-distinguere-le-persone-in-base-all-aspetto-la-conferma-in-uno-studio-condotto-nel-mediterraneo-04b2da3c-3155-4557-b0d5-8b883e199xlk.shtml