Ci sono persone che lottano continuamente con orari e impegni da rispettare. La scienza ha analizzato i motivi alla base del ritardo cronico
- L’abitudine di essere sempre in ritardo dipende da una concomitanza di fattori
- Alcune cellule del cervello contribuiscono alla percezione della memoria degli eventi
- La puntualità dipende da una serie di fattori tra cui la percezione e gestione del tempo e la familiarità con gli spazi
- Conoscere bene un’attività porta a sottovalutare il tempo che ci vorrà per portarla a termine
- Per essere più puntuali è utile mantenere una routine quotidiana e attivare un timer che ricordi appuntamenti e scadenze.
Hai degli amici perennemente in ritardo o tu stesso lotti continuamente con l’orologio, non riuscendo ad arrivare in orario agli appuntamenti? Che si tratti di un pranzo o di una riunione di lavoro, di un incontro tra amici o di una visita dal dottore, la puntualità per molte persone è spesso un optional.
Una concomitanza di fattori
L’abitudine di essere sempre in ritardo dipende da una concomitanza di fattori. Nel corso degli anni la scienza si è occupata ampiamente di questa predisposizione, comune a molte persone, spiegando i meccanismi che si innescano di fronte ad un impegno o un orario da rispettare.
In una ricerca del 2017 pubblicata sulla rivista “Hippocampus”, Hugo Spiers, professore di neuroscienze cognitive all’University College di Londra ha spiegato che l’essere in ritardo comporta il coinvolgimento di una regione del cervello, l’ippocampo, che elabora alcuni aspetti del tempo. I neuroni nell’ippocampo agiscono come “cellule del tempo”, contribuendo alla nostra percezione e memoria degli eventi. È probabile che ci sia nel cervello un meccanismo che porta alcune persone ad essere in ritardo perché sottovalutano il tempo che si impiega nel fare un tragitto o portare a termine un’attività.
La familiarità con uno spazio
Uno altro dei fattori potrebbe essere la familiarità con uno spazio. In un esperimento Spiers ha chiesto a 20 studenti che si erano appena trasferiti a Londra di disegnare una mappa del loro distretto universitario e stimare i tempi di viaggio verso alcune destinazioni. Se gli studenti conoscevano bene l’area aumentava la loro stima dello spazio e si riducevano i tempi del viaggio.
Una successiva ricerca suggerisce che le stime del tempo sono fatte sulla base di compiti simili già svolti in passato, ma i nostri ricordi e le nostre percezioni non sempre sono accurati. «Se abbiamo molta esperienza nell’esecuzione di un compito, è probabile che sottovaluteremo il tempo che ci vorrà per portarlo a termine» ha spiegato Emily Waldum, professoressa presso la Campbell University nel North Carolina.
Il fattore affollamento
Un altro fattore ambientale che distorce la percezione del tempo potrebbe essere l’affollamento. In uno studio del 2022 i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di stimare la durata di viaggi in metropolitana più o meno affollati. I pendolari che viaggiavano in vagoni pieni di persone sembravano impiegare il 10% in più rispetto alle corse meno trafficate, poiché la valutazione era collegata ad un’esperienza spiacevole.
Anche la capacità di essere multitasking influisce sull’essere in ritardo. Le persone che si destreggiano tra più attività contemporaneamente hanno meno probabilità di ricordare e completare tutte le attività nei tempi stabiliti. Ci sono poi persone che ritardano poiché rimandano di continuo l’impegno. La procrastinazione è solitamente radicata in una difficile relazione emotiva con il compito da svolgere.
La percezione del ritardo
I ritardatari a volte non si percepiscono come tali. Questo perché dicono a se stessi che possono essere puntuali quando serve, quando ci saranno conseguenze negative per il ritardo, come ad esempio perdere un aereo. Il ragionamento però influisce in maniera negativa nel rapporto con gli altri, poiché si può essere offensivi dimostrandosi sempre in ritardo con le persone e affermando che si può essere puntuali quando invece si ha qualche altro impegno importante.
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Come fare quindi per avere un rapporto meno complicato con il tempo e con le attività quotidiane? Gli esperti consigliano di impostare un timer che ricordi quando cominciare a prepararsi. Anche mantenere una routine quotidiana aiuta con i problemi di percezione del tempo, poiché si riesce più facilmente a valutare quanto ci vuole nel fare una determinata attività. Organizzare gli spazi inoltre, aiuta a risparmiare tempo: mettere le cose sempre nello stesso posto (le chiavi, il portafoglio, le scarpe, il telefono) evita di doverle ogni volta cercare in giro per casa.
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Questo articolo è stato verificato con:
- https://www.livescience.com/why-are-some-people-always-late
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27770476/
- https://psychcentral.com/adhd/why-are-people-with-adhd-always-late