Perché le persone che discutono credono di avere ragione senza conoscere tutti i fatti?

Uno studio ha messo in evidenza che “l’illusione dell’adeguatezza delle informazioni” è determinante nella formazione del giudizio personale

 

A tutti è capitato di avere discussioni con un amico, un familiare, un collega di lavoro o con qualsiasi altra persona e da entrambe le parti i soggetti pensavano di avere ragione e difendevano ostinatamente la propria posizione.

Riconoscere le proprie lacune di conoscenza

Che si tratti di un battibecco privato tra due persone, o di uno scontro pubblico tra due candidati alle elezioni politiche, le diverse prospettive con cui si affrontano determinati argomenti influenzano nel bene e nel male le relazioni interpersonali.

Un nuovo studio psicologico ha analizzato quali fattori siano determinanti all’interno di una discussione. Lo scontro spesso avviene per via dell’“illusione dell’adeguatezza delle informazioni”: le persone tendono cioè a presumere di avere tutte le informazioni di cui hanno bisogno per prendere una posizione o sostenere un argomento, anche quando non è così. Lo studio ha evidenziato come, in genere, quando prendiamo delle decisioni non riusciamo a riconoscere se abbiamo delle lacune di conoscenza sull’argomento in questione.

I ricercatori si sono chiesti perché così tanti di noi (erroneamente) presumono di avere informazioni sufficienti per prendere una decisione informata. Queste convinzioni influenzano i nostri processi decisionali in molteplici contesti sociali, dalle relazioni interpersonali ai dibattiti politici.

Lo studio

Il team, composto da ricercatori delle università Johns Hopkins, Stanford e Ohio State, negli Stati Uniti, ha costruito uno scenario in cui i partecipanti venivano divisi in due gruppi. Il primo, di controllo, ha ricevuto informazioni complete su un dato problema, mentre un altro ha ricevuto solo metà di queste informazioni. Nonostante possedessero meno dati, e in parte distorti per supportare un argomento piuttosto che un altro, i membri del gruppo di trattamento ritenevano di avere altrettante informazioni del gruppo di controllo. Di conseguenza, si sentivano ugualmente competenti nel prendere decisioni, essendo convinti che la maggior parte avrebbe concordato con le loro conclusioni.

In particolare, alcuni partecipanti del gruppo di trattamento si sono aggrappati alle loro convinzioni originali anche dopo essere stati esposti all’intera serie di argomentazioni. I ricercatori hanno dedotto da ciò che una volta che le persone prendono una posizione, anche i dati incompleti possono rafforzare le loro opinioni. Di conseguenza, diventa molto più difficile cambiare idea in seguito, pur avendo tutti i dati.

Il realismo ingenuo

I risultati sottolineano il ruolo del “realismo ingenuo“, un pregiudizio psicologico in cui gli individui insistono sul fatto che la loro percezione del mondo sia oggettiva e ragionevole. Questo pregiudizio li spinge a supporre che chiunque non sia d’accordo con loro non abbia abbastanza informazioni o sia semplicemente irrazionale.

L’illusione dell’adeguatezza delle informazioni si riversa sulla maggior parte delle situazioni quotidiane, alimentando incomprensioni e stress. Ad esempio quando ci troviamo alla guida, spesso critichiamo sia gli automobilisti che vanno troppo piano rispetto a noi che quelli che vanno troppo veloce. Oppure suoniamo il clacson all’auto davanti a noi che non riparte subito allo scattare del semaforo verde. Prima di giudicare, basterebbe semplicemente chiedersi: «Ho abbastanza informazioni?» per concedersi il beneficio del dubbio. Il conducente troppo lento sta forse trasportando in auto qualcosa di estremamente fragile? Quello che invece è sfrecciato via veloce, era forse diretto in ospedale per un’emergenza familiare? L’automobilista fermo con il semaforo verde potrebbe essere invece in attesa che un pedone finisca di attraversare la strada. Questo tipo di domande potrebbero dissolvere quella che viene comunemente definita come “rabbia stradale”.

L’eccesso di sicurezza

I ricercatori insistono sul fatto che l’illusione dell’adeguatezza delle informazioni incombe come un ostacolo cruciale nei processi decisionali. La maggior parte di noi normalmente non si rende conto di agire senza conoscere tutti i fatti. Ciò può alimentare un eccesso di sicurezza. E questo pregiudizio cognitivo, incatenato a un realismo ingenuo, rende quasi impossibile per noi comprendere la prospettiva degli altri. Il terreno comune ci sfugge, anche quando partiamo dallo stesso insieme di fatti.

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L’illusione dell’adeguatezza delle informazioni influisce sul modo in cui prendiamo decisioni e interagiamo con gli altri. Non riconoscendo i limiti della nostra conoscenza, spesso giudichiamo male le situazioni. E non riusciamo a trovare un terreno comune con coloro che la pensano diversamente, anche se partiamo dallo stesso punto.

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