Perché nei cimiteri si piantano i cipressi?

L’impiego dei cipressi piuttosto che di altri alberi ha motivazioni culturali, religiose e pratiche

 

I cipressi sono una presenza comune nei cimiteri di tutto il mondo, soprattutto nei paesi del Mediterraneo. Il motivo dell’uso predominante di questo tipo di alberi piuttosto che di altri è dovuto ad una combinazione di aspetti pratici, simbolismo culturale e credenze religiose.

Il mito greco

Già nel mondo greco e romano si piantavano cipressi (Cupressus sempervirens) nei luoghi di sepoltura. Nella mitologia greca il cipresso è associato alla figura di Ciparisso, un giovane che, secondo la leggenda, fu trasformato in cipresso dal dio Apollo affinché potesse piangere eternamente la morte del suo cervo preferito. Da allora il cipresso simboleggia il lutto e la tristezza. Successivamente i romani adottarono questa tradizione e iniziarono a piantare cipressi nei cimiteri, collegandoli all’eternità e alla vita dopo la morte.

Il simbolismo cristiano

Con il cristianesimo il cipresso assume nuovi significati. La sua forma allungata e la corona appuntita, che sembra indirizzare verso il cielo, simboleggiano l’ascensione dell’anima e la speranza della vita eterna. Le sue foglie sempreverdi rappresentano l’immortalità dello spirito, e l’albero è simbolo di resurrezione.

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Dal punto di vista più strettamente pratico, i cipressi sono più funzionali ad essere piantati in un cimitero. Non richiedono manutenzione, sono in grado di resistere a condizioni atmosferiche avverse e possono crescere in terreni poveri e climi secchi. Hanno radici che vanno in profondità ma non si allargano, fattore che impedisce danni alle tombe e ad altre strutture sotterranee. Inoltre, l’altezza imponente e la forma slanciata di questi alberi contribuiscono a creare nei cimiteri un’atmosfera solenne e pacifica.

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