Perché in autostrada si creano code senza motivo? Tutta colpa dell’effetto fisarmonica

Anche una minima variazione di velocità può creare un’onda di rallentamento

 

Quante volte ci siamo trovati bloccati in autostrada senza alcun apparente motivo? Niente incidenti, nessun cantiere, eppure la fila di auto rallenta fino a fermarsi. La spiegazione di questo fenomeno risiede nella fisica del traffico, un sistema complesso in cui piccole perturbazioni possono causare grandi effetti. Immaginiamo l’autostrada come un condotto d’acqua con una capacità massima determinata dalla sezione del tubo. Quando il flusso è regolare e sotto la soglia di saturazione, il traffico scorre senza problemi. Tuttavia, basta un minimo disturbo, come una riduzione della carreggiata o un’auto che cambia corsia, per creare un’onda di rallentamento.

Questa “onda” si propaga all’indietro, con le auto a monte che rallentano progressivamente, fino a provocare un arresto completo anche a chilometri di distanza. Un altro esempio di perturbazione può essere un guidatore che rallenta per curiosità o per una distrazione. Anche queste piccole variazioni della velocità si sommano, creando il cosiddetto “effetto fisarmonica”. Questo fenomeno è simile al “battito d’ali di una farfalla” teorizzato dal meteorologo Edward Lorenz: in un sistema complesso come quello del traffico, una piccola modifica iniziale può avere conseguenze molto grandi.

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Come si potrebbe risolvere

La soluzione ideale per evitare queste code apparentemente inspiegabili sarebbe quella di mantenere una velocità costante e una distanza adeguata tra i veicoli. In questo modo, il flusso non subirebbe variazioni improvvise e il traffico resterebbe fluido. Negli Stati Uniti, ad esempio, si assiste a una forma di traffico meno stressante, dove le code si muovono in modo più lento ma costante, riducendo i tempi di smaltimento. Con l’avvento della guida autonoma, questo scenario potrebbe diventare la norma: i veicoli, sincronizzati tra loro grazie a radar e telecamere, potrebbero viaggiare come un unico “treno” in movimento, eliminando le variazioni di velocità causate dal fattore umano. Una realtà che potrebbe essere più vicina di quanto pensiamo.

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